Questo è il quinto film che dedico al poeta Nicolino Pompa, un poeta sardo di nascita, romano di maleducazione e napoletano di aspirazione, come ama ripetere. Quando la cultura ufficiale ignora, o peggio ancora schifa certi poeti, arriva la Chisciotte (la mia immaginaria casa di produzione) a rimediare al torto.
Nicolino è poeta fino alle viscere, intinge la sua ispirazione nel sangue, intenso e autoironico, una vita vissuta fino in fondo, raschiando il cielo. Un paladino sghembo, paladino delle cause perse (il padre era un avvocato che vinceva le cause) e sghembo come un fiore divorato dal vento. Un poeta dalla vena cantautoriale. Pur non conoscendo il pentagramma ha scritto e musicato molte canzoni con l’aiuto di Giovanni Del Grillo.
Vive donando brevi componimenti poetici ai passanti e alle passanti che incontra sul suo cammino, affidandosi al loro buon cuore, chiedendo in cambio qualche spicciolo, è un poeta che “batte” insieme al proprio cuore, un poeta che getta le sue parole a chi è ancora curioso di emozioni. Lo potete trovare durante il giorno sul lido di Ostia o a Trastevere di notte, assiduo frequentatore di un bar storico, il San Calisto, dove si ritrovano artisti e variegata umanità in cerca di calore, ricettacolo pulsante di tipi sghembi, un bar dove la chiacchiera diventa magicamente parola.
Con la generosità che lo pervade in questo mio film, Nicolino apre il proprio cuore senza pudore. Mi dona le sue lacrime, le sue risate, i ricordi formicolanti delle sue amicizie con poeti come Piero Ciampi e Stefano Rosso. Ho dovuto tagliare per questioni di ritmo interno un bellissimo ricordo di Victor Cavallo, attore e poeta disperatamente vitale, morto il 22 gennaio del 2000. Mi riprometto però, di salvare questo ricordo in un altro film. In fondo si tratta di questo: salvare. Salvare dall’oblio ciò che merita di essere salvato, inseguendo sempre la verità e la bellezza.
Nicolino continua a sgambettare su questa terra, anche se il suo passo ora è malfermo, quasi strascicato, ma egli ha adattato la sua felicità al suo passo, come un poeta vero ha creato una sua felicità sghemba. Guardandomi negli occhi mi ha detto: “Tu sfiori sempre l’infelicità senza mai caderci dentro”. Poi ha aggiunto: “Sei così fragile che mi fai paura”. Ecco, questo è Nicolino, uno che ti dice la verità su te stesso, come i poeti, e solo i poeti, sanno fare. E in un mondo che si nutre ogni giorno di menzogna non c’è nulla di più bello di questo: vivere con la verità addosso.