“Indigna di più un talk fesso dalla Perego che il selfie sorridente di un nostro senatore col genocida Assad”. Parola di Selvaggia Lucarelli, che su twitter si scaglia contro Antonio Razzi. Il motivo? La foto che il senatore di Forza Italia ha postato sui social network in compagnia del presidente siriano Bashar al Assad. Pronta la replica del senatore, che però commette un clamoroso errore grammaticale: “Il talk fesso offende solo le menti. L’incontro con Assad può servire ha (sic!) costruire un ponte di Pace”. Il senatore, insomma, sembra confondere le preposizioni semplici con la terza persona del verbo avere: un errore fragoroso tipico dei primi anni di scuola elementare.
@repubblicait @Adnkronos @stanzaselvaggia il talk fesso offende solo le menti.l’incontro con Assad può servire ha costruire un ponte di Pace
— Antonio Razzi (@senantoniorazzi) 21 marzo 2017
L’istantanea al centro della polemica è stata scattata durante la visita a Damasco di una delegazione parlamentare russo-europea. Con il suo tweet, dunque, Selvaggia Lucarelli ha voluto sottolineare la differenza tra l’indignazione sollevata dalla lista sulle caratteristiche delle “donne dell’Est” pubblicata durante il talk Parliamone Sabato su Rai Uno- che ha portato tra l’altro alla chiusura del programma di Paola Perego – e le pochissime disapprovazioni arrivate per il selfie di Razzi con “il genocida Assad”. Con la risposta del senatore però il dibattito si è spostato più su questioni grammaticali che sulla politica internazionale.
@stanzaselvaggia @repubblicait @Adnkronos che noiosa rotorica.Possibile che non sa dire di meglio❓#pocoscolarizzato
— Antonio Razzi (@senantoniorazzi) 21 marzo 2017
In realtà, su Facebook Razzi ha anche spiegato le ragioni del suo selfie: “Sono andato in Siria perché se nessuno ci va, la Siria non viene da te. Ho rischiato molto”, si legge in un post. “Assad è Assad, ma dietro quella immagine – aggiunge Razzi – ci deve essere un essere umano. Non è solo un principio evangelico, si tratta di avere la volontà di chiedere, parlare, cercare di capire. “Berlusconi sarebbe andato da Assad dal primo momento – ha concluso il senatore – ma Berlusconi è uno con le palle perciò. Io non sono niente ma sono orgoglioso di aver assecondato ciò che penso da sempre. Dalle mie parti si dice: Chi vuole va e chi non vuole manda. Il fatto è che qui nessuno va e nessuno manda”.