Edoardo Mazza, eletto con il centrodestra: "Non siamo razzisti ma accoglienti e solidali. Serviamo pasti caldi ai poveri e accogliamo nelle nostre strutture 12 senzatetto a spese del Comune. Ma i cittadini sono esasperati dai questuanti". Il consigliere del Pd William Viganò: "Dichiarazioni sconcertanti. Ha fatto una norma che consente di fare volontariato solo a chi è residente in città da almeno cinque anni"
“Basta dare soldi a chi chiede l’elemosina“. L’appello ai cittadini di Seregno arriva direttamente dal sindaco di centrodestra Edoardo Mazza, che con questo invito gioca l’ultima carta per cercare di arginare una “piaga” che da tempo – racconta al fattoquotidiano.it– si è abbattuta sul ricco e laborioso comune brianzolo: “Non se ne può più, ogni giorno fuori dalle nostre chiese o dai nostri negozi rom e zingari, con insistenza e talvolta utilizzando metodi che sfiorano l’intimidazione, chiedono soldi soprattutto agli anziani. E’ una situazione inaccettabile“.
Il primo cittadino tiene a sottolineare che non c’è razzismo nelle sue parole. “Seregno è una cittadina tradizionalmente accogliente e solidale – dice al telefono – grazie alle associazioni di volontariato come Caritas e San Vincenzo, ogni giorno serviamo una ventina di pasti caldi ai poveri e assistiamo un centinaio di famiglie disagiate, oltre che ad accogliere nelle nostre strutture 12 senzatetto. Tutto naturalmente viene fatto a spese del Comune. Giovedì, inoltre, si terrà una manifestazione proprio contro il razzismo, a cui parteciperanno gli studenti di tutte le scuole cittadine”.
Mazza chiarisce che i problemi non sono creati dai clochard (come sembrava sostenere in un primo momento in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera) , ma “da una decina di rom del campo nomadi della vicina Sesto San Giovanni, che ogni mattina prende il treno senza pagare il biglietto” e si riversa nel salotto buono della cittadina per piazzarsi davanti agli eleganti bar e ai lussuosi negozi del centro, riuscendo a racimolare “centinaia di euro al giorno” sostiene il sindaco, che spiega: “Abbiamo temporeggiato, ma quotidianamente ricevo decine di segnalazione da parte dei cittadini esasperati, per questo ho deciso di appellarmi a loro chiedendo di non fare più l’elemosina perché il Comune provvede già ad assistere chi ha bisogno”. Ma l’invito non è l’unica iniziativa intrapresa da Mazza, che pochi giorni fa ha introdotto il “Daspo urbano”, un provvedimento contenuto nel decreto sicurezza firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti. La norma prevede sanzioni amministrative da 300 a 900 euro e il divieto di sostare in luoghi pubblici per chi deturpa il decoro urbano. Per i recidivi, inoltre, può anche scattare l’allontanamento dalla città, che può arrivare fino a 12 mesi.
Una misura, però, che difficilmente può andare a colpire chi chiede semplicemente l’elemosina. Per questo il consigliere del Pd William Viganò, che lavora in una cooperativa che si prende cura di persone con disabilità, parla di frasi e ordinanze spot, “utili solamente a dare manforte agli alleati della Lega Nord“. “Le sue – dice Viganò al Fatto.it – sono dichiarazioni sconcertanti e schizofreniche, visto che il sindaco sostiene che Seregno non è una città razzista. Certo, se ci sono situazioni di illegalità bisogna intervenire, ma non è con la repressione che si risolvono questi tipi di problemi. In queste situazioni il dialogo è molto più efficace”. Anche l’appello di Mazza a non dare soldi ai questuanti, secondo Viganò, è fuori luogo. “Va rispettata la libera scelta dei cittadini che vogliono dare l’elemosina a chi la chiede. Così come vanno rispettate quelle persone che per dignità e senza commettere reati scelgono di non rivolgersi alle istituzioni per avere un aiuto”. “Mazza – conclude il consigliere dem – giura di non essere razzista. Eppure ha introdotto una norma discriminatoria che consente di poter fare volontariato solo a chi è residente in città da almeno cinque anni. In questo modo anche chi viene da Milano e vuole impegnarsi nel sociale a Seregno è considerato un extracomunitario”.