Il Lenovo Moto Z, presentato a giugno 2016 e in commercio in Italia da ottobre, rappresenta l’attuale top di gamma degli smartphone della casa cinese. Quest’ultima, in occasione del MWC, ha presentato come suo consueto il rinnovo della fascia medio-bassa, mostrando al pubblico la quinta generazione dei Moto G. La sua scheda tecnica è perfettamente in linea con gli altri top di gamma dello scorso anno con al cuore uno Snapdragon 820, 4GB di Ram, due tagli di memoria (32GB/64GB) espandibili tramite microSD, display AMOLED da 5,5″ QuadHD (2560×1440), lettore di impronta digitali, fotocamera anteriore grandangolare da 5Mpixel con flash dedicato, fotocamera posteriore da 13Mpixel con apertura ƒ/1.8, doppia Sim, batteria da soli 2600mAh e supporto ai moduli d’espasione “MotoMods”, che permettono ai Moto Z di mostrare l’interpretazione di Lenovo del concetto di smartphone modulare. Abbiamo avuto modo di provare il Moto Z durante le ultime 2 settimane utilizzandolo come telefono principale, e possiamo anticipare con risultati abbastanza soddisfacenti.
Dal punto di vista del design, il dispositivo è abbastanza pulito e mette in risalto la sottigliezza (esclusa la fotocamera è spesso circa 5,2mm). Sul frontale – oltre al display – al centro, in alto, trovano posto la capsula audio (che funge anche da speaker), affiancata a sinistra dalla fotocamera frontale e a destra dal flash. In basso invece troviamo al centro il sensore d’impronte digitali, due microfoni ed un set di sensori ad infrarossi utilizzati dai servizi della “Moto Experience“. Il retro è completamente piatto (ad esclusione del “bozzo” della fotocamera), vedendo in alto e in basso due fasce dedicate alle antenne e un microfono, mentre il corpo centrale in alluminio presenta una trama a righe spezzata in alto dalla fotocamera posteriore e dal logo della M alata ed in basso dai pin del connettore per le MotoMods.
La cornice esterna è quasi interamente in alluminio: viene interrotta in alto da una fascia per le antenne, da un microfono e dal cassettino per SIM e microSD (possono essere inserite 2 Sim o 1 Sim e 1 microSD). Sul lato destro in alto trovano posto due pulsanti indipendenti per il volume ed il pulsante d’accensione (quest’ultimo zigrinato), infine in basso trova posto l’unico connettore presente sul dispositivo, una porta USB-C da utilizzare per la ricarica, il trasferimento dati e per gli auricolari (a corredo dello smartphone viene dato un adattatore per utilizzare le cuffie standard da 3,5mm ).
Se parliamo di difetti nel design, il posteriore naked sembra pensato principalmente per l’utilizzo con le mod. Impugnandolo si nota lo spigolo tra la cornice ed il posteriore, cosa che sull’anteriore viene ben dissimulata dalla stondatura presente sul vetro. I connettori a vista potrebbero preoccupare un po’, e il pannello d’alluminio per quanto dia un buon impatto visivo è anche un gran attrattore di aloni e ditata. Nel normale uso tutto ciò è risolto dalle mod Moto Style Shell (una inclusa nella confezione), cover che si agganciano magneticamente sul retro disponibili in vari materiali tra cui legno, nylon e pelle. I tre pulsanti laterali sono posizionati ottimamente per non dar fastidio all’impugnatura, ma essendo equidistanti e della stessa dimensione può capitare ad esempio di premere quello d’accensione invece del volume, nonostante la zigrinatura sul primo.
La fotocamera posteriore da 13Mpixel, dotata di stabilizzatore ottico ed autofocus laser, sicuramente non è il top tra quelle che equipaggiano gli smartphone top di gamma, ma si comporta in modo egregio e non sfigura nella maggior parte delle situazioni, sopratutto se i vostri scatti hanno come principale destinazione i social network. Il software per la sua gestione è sicuramente un ottimo passo in avanti rispetto a quello presente sulla scorsa generazione di smartphone della casa alata. Include la possibilità di gestire automaticamente l’HDR, le foto a raffica e la modalità professionale tramite cui è possibile regolare manualmente la messa a fuoco, l’ISO, il bilanciamento del bianco, l’esposizione ed il tempo di posa (nella gallery in alto trovate alcuni scatti). Per quanto riguarda i video è possibile registrare a 30fps in modalità 4K o a 60fps in FullHD (1080p), in entrambi i casi con supporto HDR, o video al rallentatore a 120fps in HD (720p).
Guardando alla parte software, anche dopo l’inglobamento in Lenovo, Motorola Mobility prosegue nell’offrire ai propri utenti una versione stock di Android (installato 6.0.1 ma già disponibile in OTA android 7.0), mantenendo inalterata l’interfaccia rispetto a quanto previsto da Google (con la sola esclusione del widget Orologio + Meteo). E riesce così a restituire agli utenti un’esperienza molto fluida che al contempo non pesa più del dovuto sull’hardware.
Le funzioni custom sono fornite dai servizi dell’app Moto. Modo Display è un sistema di gestione dello schermo in standby che permette di visualizzare le notifiche in modo semplice, puntando al risparmio della batteria; Moto Actions, utilizza i sensori per gestire particolari gesture o azioni. Ad esempio, è possibile attivare la fotocamera da telefono spento ruotando due volte il polso, mantenere il display attivo solo quando lo si sta effettivamente guardando grazie alla fotocamera anteriore, attivare la modalità schermo ad una mano con un semplice swipe dal basso, e attivare Moto Display semplicemente passando la mano vicino al dispositivo in standby (sfruttando i sensori ad infrarossi posti sulla parte anteriore).
Moto Voice infine è un sistema di assistenza vocale gestito tramite un apposito processore per la lingua naturale, strettamente integrato a Google now, che permette sia l’utilizzo di comandi vocali per gestire le funzionalità del telefono sia di abilitare l’annuncio vocale di messaggi e chiamate, in modo da poter rispondere senza prendere in mano lo smartphone. Un sistema particolarmente utile quando si è alla guida, ma che è possibile attivare automaticamente anche quando arrivate in determinati luoghi (nel nostro test è stato impostato per attivarsi automaticamente in redazione ed a casa e si è dimostrato particolarmente preciso). L’unico neo è la rimozione di alcune delle funzionalità rispetto ai Moto X della precedente generazione, prima fra tutte il comando “Trova il mio telefono”, che permetteva ai più sbadati di ritrovare facilmente in casa il proprio dispositivo anche se in modalità silenziosa.
La batteria potrebbe risultare piccola rispetto ai concorrenti con i suoi soli 2600mAh, soprattutto in presenza di un display QuadHD, a seconda dell’uso che fate del dispositivo. Nel normale ciclo quotidiano, con 2 SIM inserite, effettuando 2/3 ore di conversazione tramite cuffie bluetooth, leggendo mail, scorrendo i social e con qualche foto scattata durante il percorso casa-lavoro, si oltrepassano le 24 ore di carica. E anche dimenticandosi di metterlo in ricarica la sera ci si trova con un 20-25% di batteria residua al mattino seguente. Ovviamente – qualora intendiate utilizzarlo in modo “più esigente”, aggiungendo regolari sessioni di gioco o rimanendo incollati allo schermo acceso per più ore – potrebbe essere necessario avere un battery pack o un caricabatteria. C’è da dire che quello in dotazione, con supporto alla tecnologia TurboPower, è in grado di darvi il 25-30% della batteria con un quarto d’ora di ricarica. Tra le Moto Mods a disposizione si trova l’Offgrid Power Pack prodotto da Incipio che permette di agganciare sul retro dello smartphone una batteria extra da 2200mAh, che aggiunge però anche 79g di peso e 6,2mm di spessore al prezzo di 69,90 euro. Forse eccessivo visto che si trovano sul mercato batterie portatili molto più capienti a meno di un terzo del costo, nonostante il vantaggio di non dover utilizzare cavi.
Il display è ottimo, con una buona rappresentazione dei colori correlata dalla possibilità di scegliere tra la modalità Standard (colori realistici) e Vivace (colori e saturazione ottimizzati). La regolazione automatica dell’illuminazione ha sempre reagito bene mantenendo lo schermo perfettamente leggibile anche all’aperto. Il lettore d’impronta si comporta bene, soprattutto grazie alla sua capacità di fungere da sostituto del tasto di accensione per bloccare e sbloccare il telefono in un attimo. Tuttavia la posizione scelta (frontale) può ingannare facilmente chi è abituato ad avere un tasto home fisico, finendo per spegnere il display anziché tornare alla home come avrebbe voluto.
Passando alle MotoMods, possiamo dire che l’implementazione di smartphone modulare di Lenovo sembra ottima. A differenza di quanto fatto da LG sul G5 i moduli sul Moto Z possono essere collegati e scollegati senza bisogno di riavviare il dispositivo, permettendo di passare da uno all’altro in pochi attimi e agganciandosi magneticamente sul retro dove sono ci sono dei pin dedicati. Una volta collegati allo smartphone, la gestione delle mod è integrata perfettamente nel software del telefono e le rende accessibili e funzionanti come se fossero parte integrante del dispositivo. Al momento sul mercato sono disponibili 5 Moto Mods. Oltre alle già citate Moto Style Shell e power pack infatti si possono acquistare l’Hasselblad True Zoom, un modulo fotografico dotato di zoom ottico 10X e flash Xenon dalle sembiance di una fotocamera compatta, il JBL SoundBoost, uno speaker stereo, e l’Insta-Share Projector, un proiettore compatto per condividere lo schermo del dispositivo. Abbiamo avuto modo di provare le ultime due.

L’Insta-Share Projector è un mini proiettore da 125 grammi di peso e 11 millimetri di spessore. Utilizza la tecnologia DLP, è compatibile con tutta la linea di Moto Z, ed è in grado di proiettare immagini a 480p con una diagonale massima di 70″. Integrata nella mod una batteria da 1100mAh, che permette un utilizzo complessivo di circa 2-2,5 ore (perfetto per vedere un film), una ventola per il raffreddamento ed un supporto che permette di inclinare smartphone+mod fino a 90°. Possiamo dire che la qualità delle immagini proiettate, considerando le dimensioni, è ottima ma richiede un ambiente poco luminoso a causa della bassa intensità della lampada. La mod è molto interessante ma il prezzo di circa 300 euro la rende più adatta ad un pubblico di professionisti, a cui potrebbe essere comodo avere la possibilità di proiettare una presentazione o un filmato senza doversi portare il peso di un proiettore convenzionale.
Il JBL SoundBoost permette di dotare i Moto Z di due speaker stereo da 27mm con 3W di potenzia ciascuno, sopperendo al non potentissimo singolo speaker integrato. La mod targata JBL integra una batteria da 1000mAh. Pesa 115 grammi, è spessa 13 millimetri e dota lo smartphone di un piedino d’alluminio per tenerlo in posizione rialzata. L’audio riprodotto è di buona qualità e dà particolare risalto ai bassi. In più, non presenta distorsioni nemmeno portando il volume al massimo. Il JBL SoundBoost viene venduto a 89 euro: un prezzo sicuramente superiore o pari ai vari speaker bluetooth disponibili sul mercato, che però non richiede nessuno sforzo per l’accoppiamento. Allo stesso tempo, però, ha lo svantaggio di poter essere utilizzato solo dai Moto Z.
Durante il nostro video di preview ci siamo posti un obiettivo: verificare se il Moto Z fosse una valida alternativa alla prossima generazione di smartphone in arrivo in questo primo scorcio di 2017. Ci sentiamo di dire di sì, soprattutto alla luce del suo attuale prezzo di mercato: i primi top di gamma del 2017 utilizzeranno in gran parte lo Snapdragon 821, che non dovrebbe comportare un grande incremento prestazionale per quanto riguarda la CPU. Inoltre dovrebbe utilizzare la stessa GPU dell’820 e quantitativi simili di memoria, arrivando sul mercato con prezzi a partire dai 650 euro. Il Lenovo Moto Z, invece, si trova facilmente sul mercato a 460 euro. Giocano però a suo sfavore una batteria meno capiente e una fotocamera appena inferiore. Il vantaggio? La modularità.
Pro:
- Modularità
- Fotocamera ottima per l’uso quotidiano legato ai social
- Peso e spessore contenuto
- Design
- Prezzo
Contro:
- Batteria, potrebbe non essere sufficiente a raggiungere sera con un uso intensivo
- Costo delle Mod
- Lettore d’impronta può ingannare chi è abituato ad un tasto home fisico
Tecnologia
Lenovo Moto Z, ecco la nostra prova dello smartphone modulare del produttore cinese
Il Lenovo Moto Z, presentato a giugno 2016 e in commercio in Italia da ottobre, rappresenta l’attuale top di gamma degli smartphone della casa cinese. Quest’ultima, in occasione del MWC, ha presentato come suo consueto il rinnovo della fascia medio-bassa, mostrando al pubblico la quinta generazione dei Moto G. La sua scheda tecnica è perfettamente in linea con gli altri top di gamma dello scorso anno con al cuore uno Snapdragon 820, 4GB di Ram, due tagli di memoria (32GB/64GB) espandibili tramite microSD, display AMOLED da 5,5″ QuadHD (2560×1440), lettore di impronta digitali, fotocamera anteriore grandangolare da 5Mpixel con flash dedicato, fotocamera posteriore da 13Mpixel con apertura ƒ/1.8, doppia Sim, batteria da soli 2600mAh e supporto ai moduli d’espasione “MotoMods”, che permettono ai Moto Z di mostrare l’interpretazione di Lenovo del concetto di smartphone modulare. Abbiamo avuto modo di provare il Moto Z durante le ultime 2 settimane utilizzandolo come telefono principale, e possiamo anticipare con risultati abbastanza soddisfacenti.
Dal punto di vista del design, il dispositivo è abbastanza pulito e mette in risalto la sottigliezza (esclusa la fotocamera è spesso circa 5,2mm). Sul frontale – oltre al display – al centro, in alto, trovano posto la capsula audio (che funge anche da speaker), affiancata a sinistra dalla fotocamera frontale e a destra dal flash. In basso invece troviamo al centro il sensore d’impronte digitali, due microfoni ed un set di sensori ad infrarossi utilizzati dai servizi della “Moto Experience“. Il retro è completamente piatto (ad esclusione del “bozzo” della fotocamera), vedendo in alto e in basso due fasce dedicate alle antenne e un microfono, mentre il corpo centrale in alluminio presenta una trama a righe spezzata in alto dalla fotocamera posteriore e dal logo della M alata ed in basso dai pin del connettore per le MotoMods.
La cornice esterna è quasi interamente in alluminio: viene interrotta in alto da una fascia per le antenne, da un microfono e dal cassettino per SIM e microSD (possono essere inserite 2 Sim o 1 Sim e 1 microSD). Sul lato destro in alto trovano posto due pulsanti indipendenti per il volume ed il pulsante d’accensione (quest’ultimo zigrinato), infine in basso trova posto l’unico connettore presente sul dispositivo, una porta USB-C da utilizzare per la ricarica, il trasferimento dati e per gli auricolari (a corredo dello smartphone viene dato un adattatore per utilizzare le cuffie standard da 3,5mm ).
Se parliamo di difetti nel design, il posteriore naked sembra pensato principalmente per l’utilizzo con le mod. Impugnandolo si nota lo spigolo tra la cornice ed il posteriore, cosa che sull’anteriore viene ben dissimulata dalla stondatura presente sul vetro. I connettori a vista potrebbero preoccupare un po’, e il pannello d’alluminio per quanto dia un buon impatto visivo è anche un gran attrattore di aloni e ditata. Nel normale uso tutto ciò è risolto dalle mod Moto Style Shell (una inclusa nella confezione), cover che si agganciano magneticamente sul retro disponibili in vari materiali tra cui legno, nylon e pelle. I tre pulsanti laterali sono posizionati ottimamente per non dar fastidio all’impugnatura, ma essendo equidistanti e della stessa dimensione può capitare ad esempio di premere quello d’accensione invece del volume, nonostante la zigrinatura sul primo.
La fotocamera posteriore da 13Mpixel, dotata di stabilizzatore ottico ed autofocus laser, sicuramente non è il top tra quelle che equipaggiano gli smartphone top di gamma, ma si comporta in modo egregio e non sfigura nella maggior parte delle situazioni, sopratutto se i vostri scatti hanno come principale destinazione i social network. Il software per la sua gestione è sicuramente un ottimo passo in avanti rispetto a quello presente sulla scorsa generazione di smartphone della casa alata. Include la possibilità di gestire automaticamente l’HDR, le foto a raffica e la modalità professionale tramite cui è possibile regolare manualmente la messa a fuoco, l’ISO, il bilanciamento del bianco, l’esposizione ed il tempo di posa (nella gallery in alto trovate alcuni scatti). Per quanto riguarda i video è possibile registrare a 30fps in modalità 4K o a 60fps in FullHD (1080p), in entrambi i casi con supporto HDR, o video al rallentatore a 120fps in HD (720p).
Guardando alla parte software, anche dopo l’inglobamento in Lenovo, Motorola Mobility prosegue nell’offrire ai propri utenti una versione stock di Android (installato 6.0.1 ma già disponibile in OTA android 7.0), mantenendo inalterata l’interfaccia rispetto a quanto previsto da Google (con la sola esclusione del widget Orologio + Meteo). E riesce così a restituire agli utenti un’esperienza molto fluida che al contempo non pesa più del dovuto sull’hardware.
Le funzioni custom sono fornite dai servizi dell’app Moto. Modo Display è un sistema di gestione dello schermo in standby che permette di visualizzare le notifiche in modo semplice, puntando al risparmio della batteria; Moto Actions, utilizza i sensori per gestire particolari gesture o azioni. Ad esempio, è possibile attivare la fotocamera da telefono spento ruotando due volte il polso, mantenere il display attivo solo quando lo si sta effettivamente guardando grazie alla fotocamera anteriore, attivare la modalità schermo ad una mano con un semplice swipe dal basso, e attivare Moto Display semplicemente passando la mano vicino al dispositivo in standby (sfruttando i sensori ad infrarossi posti sulla parte anteriore).
Moto Voice infine è un sistema di assistenza vocale gestito tramite un apposito processore per la lingua naturale, strettamente integrato a Google now, che permette sia l’utilizzo di comandi vocali per gestire le funzionalità del telefono sia di abilitare l’annuncio vocale di messaggi e chiamate, in modo da poter rispondere senza prendere in mano lo smartphone. Un sistema particolarmente utile quando si è alla guida, ma che è possibile attivare automaticamente anche quando arrivate in determinati luoghi (nel nostro test è stato impostato per attivarsi automaticamente in redazione ed a casa e si è dimostrato particolarmente preciso). L’unico neo è la rimozione di alcune delle funzionalità rispetto ai Moto X della precedente generazione, prima fra tutte il comando “Trova il mio telefono”, che permetteva ai più sbadati di ritrovare facilmente in casa il proprio dispositivo anche se in modalità silenziosa.
La batteria potrebbe risultare piccola rispetto ai concorrenti con i suoi soli 2600mAh, soprattutto in presenza di un display QuadHD, a seconda dell’uso che fate del dispositivo. Nel normale ciclo quotidiano, con 2 SIM inserite, effettuando 2/3 ore di conversazione tramite cuffie bluetooth, leggendo mail, scorrendo i social e con qualche foto scattata durante il percorso casa-lavoro, si oltrepassano le 24 ore di carica. E anche dimenticandosi di metterlo in ricarica la sera ci si trova con un 20-25% di batteria residua al mattino seguente. Ovviamente – qualora intendiate utilizzarlo in modo “più esigente”, aggiungendo regolari sessioni di gioco o rimanendo incollati allo schermo acceso per più ore – potrebbe essere necessario avere un battery pack o un caricabatteria. C’è da dire che quello in dotazione, con supporto alla tecnologia TurboPower, è in grado di darvi il 25-30% della batteria con un quarto d’ora di ricarica. Tra le Moto Mods a disposizione si trova l’Offgrid Power Pack prodotto da Incipio che permette di agganciare sul retro dello smartphone una batteria extra da 2200mAh, che aggiunge però anche 79g di peso e 6,2mm di spessore al prezzo di 69,90 euro. Forse eccessivo visto che si trovano sul mercato batterie portatili molto più capienti a meno di un terzo del costo, nonostante il vantaggio di non dover utilizzare cavi.
Il display è ottimo, con una buona rappresentazione dei colori correlata dalla possibilità di scegliere tra la modalità Standard (colori realistici) e Vivace (colori e saturazione ottimizzati). La regolazione automatica dell’illuminazione ha sempre reagito bene mantenendo lo schermo perfettamente leggibile anche all’aperto. Il lettore d’impronta si comporta bene, soprattutto grazie alla sua capacità di fungere da sostituto del tasto di accensione per bloccare e sbloccare il telefono in un attimo. Tuttavia la posizione scelta (frontale) può ingannare facilmente chi è abituato ad avere un tasto home fisico, finendo per spegnere il display anziché tornare alla home come avrebbe voluto.
Passando alle MotoMods, possiamo dire che l’implementazione di smartphone modulare di Lenovo sembra ottima. A differenza di quanto fatto da LG sul G5 i moduli sul Moto Z possono essere collegati e scollegati senza bisogno di riavviare il dispositivo, permettendo di passare da uno all’altro in pochi attimi e agganciandosi magneticamente sul retro dove sono ci sono dei pin dedicati. Una volta collegati allo smartphone, la gestione delle mod è integrata perfettamente nel software del telefono e le rende accessibili e funzionanti come se fossero parte integrante del dispositivo. Al momento sul mercato sono disponibili 5 Moto Mods. Oltre alle già citate Moto Style Shell e power pack infatti si possono acquistare l’Hasselblad True Zoom, un modulo fotografico dotato di zoom ottico 10X e flash Xenon dalle sembiance di una fotocamera compatta, il JBL SoundBoost, uno speaker stereo, e l’Insta-Share Projector, un proiettore compatto per condividere lo schermo del dispositivo. Abbiamo avuto modo di provare le ultime due.
L’Insta-Share Projector è un mini proiettore da 125 grammi di peso e 11 millimetri di spessore. Utilizza la tecnologia DLP, è compatibile con tutta la linea di Moto Z, ed è in grado di proiettare immagini a 480p con una diagonale massima di 70″. Integrata nella mod una batteria da 1100mAh, che permette un utilizzo complessivo di circa 2-2,5 ore (perfetto per vedere un film), una ventola per il raffreddamento ed un supporto che permette di inclinare smartphone+mod fino a 90°. Possiamo dire che la qualità delle immagini proiettate, considerando le dimensioni, è ottima ma richiede un ambiente poco luminoso a causa della bassa intensità della lampada. La mod è molto interessante ma il prezzo di circa 300 euro la rende più adatta ad un pubblico di professionisti, a cui potrebbe essere comodo avere la possibilità di proiettare una presentazione o un filmato senza doversi portare il peso di un proiettore convenzionale.
Il JBL SoundBoost permette di dotare i Moto Z di due speaker stereo da 27mm con 3W di potenzia ciascuno, sopperendo al non potentissimo singolo speaker integrato. La mod targata JBL integra una batteria da 1000mAh. Pesa 115 grammi, è spessa 13 millimetri e dota lo smartphone di un piedino d’alluminio per tenerlo in posizione rialzata. L’audio riprodotto è di buona qualità e dà particolare risalto ai bassi. In più, non presenta distorsioni nemmeno portando il volume al massimo. Il JBL SoundBoost viene venduto a 89 euro: un prezzo sicuramente superiore o pari ai vari speaker bluetooth disponibili sul mercato, che però non richiede nessuno sforzo per l’accoppiamento. Allo stesso tempo, però, ha lo svantaggio di poter essere utilizzato solo dai Moto Z.
Lenovo Moto Z Smartphone, Dual SIM, 32 GB, Nero [Italia]
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Pro:
Contro:
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Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.