Negli Usa alcuni veicoli di Big G deputati ai rilievi stradali sono stati equipaggiati con rilevatori di metano: l'obbiettivo è verificare se ci siano perdite nei gasdotti al di sotto del manto stradale. Il metano è infatti un potente gas-serra, molto più dannoso dell CO2 nell'ottica del riscaldamento globale
Inizialmente sono state accusate di non rispettare la privacy di chi veniva immortalato a bordo strada; ora però le auto di Google Street View tornano alla ribalta per una nuova ed interessantissima funzionalità: le vetture di Big G infatti, oltre a mappare vie e palazzi, potranno analizzare pure cosa succede sotto il manto stradale e rilevare eventuali fughe di metano dai gasdotti.
Merito di un’alleanza fra Google e l’università del Colorado, con la partecipazione del Fondo americano per la difesa ambientale. In pratica i ricercatori hanno equipaggiato con rilevatori di metano quattro vetture del servizio Street View, già al lavoro sulla raccolta dati in alcune città statunitensi. L’obiettivo è quello di aiutare i fornitori di gas e le autorità a tracciare le “falle” della rete – una sorta di inventario degli interventi di manutenzione da effettuare – e ridurre le perdite inutili e dannose per l’ambiente in modo più veloce ed economico.
Una semplice mossa di marketing? Stavolta pare di no: secondo gli esperti infatti intervenire sull’8% delle perdite di maggiore entità permetterebbe di ridurre del 30% le emissioni di metano dai gasdotti. Con un importante risvolto ambientale, visto che il metano – principale componente del gas naturale – è pure un potente gas serra: nonostante la sua presenza nell’atmosfera sia più esigua rispetto a quella della CO2, il suo potenziale serra è circa 25 volte superiore. Secondo gli studiosi americani in un arco temporale di 20 anni il metano potrebbe essere addirittura fino a 80 volte più dannoso della CO2 in tema di riscaldamento globale.
Nel 2012 uno studio del CNR era arrivato alle stesse conclusioni: “L’impatto ambientale del metano, che in Italia rappresenta il principale combustibile da riscaldamento, si sviluppa attraverso due canali differenti. In primo luogo, il metano che scorre nelle nostre condotte, arrivando nelle caldaie domestiche, viene trasformato, con la combustione, in CO2. Le piccole perdite di metano, che avvengono nelle reti di distribuzione cittadina o nelle caldaie domestiche, generano un flusso diretto nell’atmosfera, che a sua volta crea un effetto serra addizionale”.