È salito a quattro il numero delle vittime nell’attentato davanti al Parlamento di Westminister a Londra del 22 marzo, dopo la morte di un uomo di 75 anni che era rimasto gravemente ferito sul ponte. A due giorni di distanza continuano nel frattempo le indagini in Inghilterra per conoscere i dettagli della vita di Khalid Massood, il 52enne nato a Kent e autore dell’attacco. Scotland Yard ha diffuso la prima fotografia dell’uomo, di carnagione scura, calvo e con la barba. L’immagine è molto probabilmente ricavata dalla fototessera di qualche documento di Masood. L’uomo si faceva chiamare Adrian Russell Ajao, una delle sue tante identità, ma in realtà il suo vero nome anagrafico è Adrian Russell Elms. Il cognome gli sarebbe stato dato quindi dalle madre single, Janet Elms, che nel 1966, quando Khalid aveva due anni, si è sposata con Phillip Ajao. Il futuro terrorista ha usato in seguito il cognome di quest’ultimo.
Masood potrebbe essersi radicalizzato durante un periodo di lavoro in Arabia saudita o quando si trovava in carcere in Gran Bretagna dopo la condanna nel 2003 in seguito ad una rissa nella quale aveva accoltellato una persona fuori da un pub. Tante identità e anche tante località diverse dove Masood è vissuto, tra il Kent, Londra, Luton e infine Birmingham, sui cui ora si stanno concentrando le indagini.
Altri due arresti – Scotland Yard ha fatto sapere che altre due persone sono state arrestate nelle Midlands Occidentali e nell’Inghilterra nordoccidentale. Arresti che Scotland Yard ha definito “importanti”. Si aggiungono alle nove persone già prese in custodia tra Londra e Birmingham, considerate possibili fiancheggiatori, ma non complici. Scotland Yard parla anche di perquisizioni in corso in cinque proprietà, mentre altre 16 sono state concluse dalla polizia, con il sequestro di 2.700 oggetti, tra cui una gran quantità di dati di computer. La polizia ha detto di aver parlato con circa 3.500 testimoni.
L’ultima notte dell’attentatore – “Era sorridente e cortese”. Così l’uomo d’affari Michael Petersen ha descritto ai microfoni di Sky News il suo incontro casuale con Khalid Masood alla reception del Preston Park Hotel di Brighton, prima che il terrorista partisse alla volta di Londra per compiere il sanguinoso attentato vicino al parlamento. Un’ultima notte trascorsa nella stanza di un alberghetto sul mare, pagando 59 sterline per la stanza numero 228, e consumando per cena un kebab take-away. Alcuni dipendenti, riportano i media britannici, dicono di averlo riconosciuto e di aver notato pure il suv di marca Hyundai destinato a ricomparire il giorno dopo sul Westminster Bridge. “Londra non è più lei“, ripeteva parlando con gli altri ospiti. Ore prima di partire per la capitale aveva incontrato Petersen. “Nulla mi ha fatto pensare che stesse preparando qualcosa di atroce”, ha aggiunto l’uomo d’affari. Poi l’annuncio finale di mattina alla reception: “Oggi parto per Londra”.
La quarta vittima – Si chiama Leslie Rhodes, un pensionato 75enne, la quarta vittima dell’attentato di Londra. L’uomo, residente nel sud della capitale britannica, stava attraversando la strada a Westminster Bridge dopo essere sceso da un autobus quando è stato investito dal suv guidato da Khalid Masood. Secondo la testimonianza di un suo conoscente raccolta dalla Press Association, Rhodes non era sposato e non aveva figli.
La ragazza caduta nel Tamigi – È ancora incosciente, ma “in condizioni stabili”, la giovane romena precipitata drammaticamente dal ponte di Westminster durante l’attacco terroristico di mercoledì. La ragazza si chiama Andreea Cristea ed era in vacanza a Londra con il fidanzato Andrei Burnaz per festeggiare il compleanno. L’ambasciatore di Bucarest nel Regno Unito, Dan Mihalache, ha detto alla Bbc che Andreea sarebbe stata scaraventata oltre il parapetto dal suv guidato dall’attentatore. Vettura che ha urtato pure il suo ragazzo, a sua volta ricoverato in ospedale. La ragazza ha un riportato un trauma alla testa e ha un coagulo nel cervello che i medici stanno cercando di sciogliere, mentre procedono anche a svuotarle i polmoni dall’acqua.