Domenica, quando il campionato di Formula 1 2017 prenderà il via sul circuito di Melbourne, sulla griglia di partenza non ci sarà il numero uno. Il mondiale riparte orfano del suo campione, Nico Rosberg, che ha deciso di lasciare all’apice, dopo aver raggiunto quel trofeo a lungo inseguito. Come i grandissimi, Alain Prost e Nigel Mansell. Ma non ci sarà tempo per la nostalgia, tanto più in una stagione che si annuncia veloce come mai di recente, grazie ai nuovi profili delle monoposto che abbasseranno i tempi sul giro dai 3 ai 5 secondi. Ma questi sono i dettagli tecnici. Quello che più conta è che nonostante l’addio di Rosberg sarà ancora tutti contro la Mercedes. A partire dalla Ferrari. Il 2016 è stato un monologo lungo e, francamente, anche noioso.
Le Mercedes hanno vinto 19 Gran Premi su 21, dominio spezzato per il breve arco di due parentesi solo dalla Red Bull (una volta col giovane Verstappen, l’altra con Ricciardo), con addirittura 8 doppiette da parte delle frecce d’argento. Solo la rivalità interna fra Rosberg e Hamilton, lo scudiero e il campione che per una stagione si sono scambiati i ruoli neanche troppo amichevolmente, ha ravvivato un po’ lo spettacolo. Un pizzico di freschezza l’ha portato anche Max Verstappen, l’olandesino volante sempre al limite tra sorpassi incredibili e incidenti da dilettante. Per il resto tante corse inutili. Come il campionato della Ferrari, di Vettel e di Raikkonen: semplicemente un disastro.
L’obiettivo del Cavallino, ma in fondo un po’ di tutta la Formula 1 della nuova era targata Liberty Media (che ha rilevato il Circus dallo storico patron Bernie Ecclestone) , è far sì che nell’anno che verrà ci sia almeno gara. Per questo ancora una volta sono cambiate tante cose. Monoposto più grandi e più veloci, gomme più resistenti, sviluppi illimitati nel corso della stagione. Persino una nuova regola di partenza sul bagnato, che prevede, in caso di safety car per maltempo, uno start da fermo al posto della tradizionale ripartenza lanciata una volta ripristinate le condizioni regolari in pista. Le altre novità sono gli esordienti: il belga Stoffel Vandoorne su McLaren, Lance Stroll alla Williams. Magari nel corso della stagione ci sarà spazio persino per un italiano: Antonio Giovinazzi è terzo pilota Ferrari ma soprattutto Sauber, scuderia satellite dove potrebbe esserci qualche occasione. Insomma, l’ennesima rivoluzione per una categoria che non trova pace e identità. Se non altro non ci saranno altre formule bislacche sulle qualificazioni, dopo il maldestro tentativo subito abortito dello scorso anno.
Tutto, pur di ritrovare competitività fra le scuderie. La Mercedes ha perso Rosberg, senza strapparsi i capelli: l’addio del campione ha restituito il giusto spazio a una prima donna come Lewis Hamilton, favorito d’obbligo, ora senza più rivali in casa, affiancato dal più placido e affidabile Valtteri Bottas. E qui entra in gioco la Ferrari. Con l’incognita di Verstappen sulla Red Bull (difficile ipotizzare altri outsider), la Rossa sembra l’unica, vera antagonista possibile per la Mercedes. Le indicazioni arrivate dal precampionato sono incoraggianti: anche se i test sono sempre difficili da decifrare (a maggior ragione quest’anno che sono stati compressi e ridotti a pochi giorni) la Ferrari è sembrata veloce, sicuramente più vicina ai rivali rispetto al 2016.
O almeno questo si augurano a Maranello: un altro fallimento sarebbe inammissibile per tutti. A partire da Sergio Marchionne che da quando ha preso il posto di Luca Cordero di Montezemolo alla presidenza ha raccolto molto poco. Ma anche Sebastian Vettel: il tedesco è arrivato al Cavallino con quattro titoli mondiali in bacheca, per ripercorrere le orme del suo idolo Michael Schumacher e rilanciare la Ferrari. I primi due anni in Italia, però, sono stati deludenti: al terzo e ultimo anno di contratto si gioca la riconferma e forse anche un pezzo di reputazione. Si parte domenica dall’Australia, si arriva il prossimo 26 novembre a Abu Dhabi. Come nel 2016, ma tutti sperano ad ordine diverso. In fondo pure Hamilton, che deve battere i rivali ma pure il ricordo di Rosberg.
Twitter: @lVendemiale
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Formula 1 2017, il via da Melbourne sperando in una Ferrari competitiva per battere la Mercedes e la noia
Il mondiale riparte orfano del suo campione, Nico Rosberg, e si affida alla rivoluzione tecnica per sperare in una maggiore competitività e trovare un'identità. Il tentativo di spezzare il monologo delle Frecce d'Argento passa anche e soprattutto dalla scuderia del Cavallino, che deve riscattare il disastro della passata stagione
Domenica, quando il campionato di Formula 1 2017 prenderà il via sul circuito di Melbourne, sulla griglia di partenza non ci sarà il numero uno. Il mondiale riparte orfano del suo campione, Nico Rosberg, che ha deciso di lasciare all’apice, dopo aver raggiunto quel trofeo a lungo inseguito. Come i grandissimi, Alain Prost e Nigel Mansell. Ma non ci sarà tempo per la nostalgia, tanto più in una stagione che si annuncia veloce come mai di recente, grazie ai nuovi profili delle monoposto che abbasseranno i tempi sul giro dai 3 ai 5 secondi. Ma questi sono i dettagli tecnici. Quello che più conta è che nonostante l’addio di Rosberg sarà ancora tutti contro la Mercedes. A partire dalla Ferrari. Il 2016 è stato un monologo lungo e, francamente, anche noioso.
Le Mercedes hanno vinto 19 Gran Premi su 21, dominio spezzato per il breve arco di due parentesi solo dalla Red Bull (una volta col giovane Verstappen, l’altra con Ricciardo), con addirittura 8 doppiette da parte delle frecce d’argento. Solo la rivalità interna fra Rosberg e Hamilton, lo scudiero e il campione che per una stagione si sono scambiati i ruoli neanche troppo amichevolmente, ha ravvivato un po’ lo spettacolo. Un pizzico di freschezza l’ha portato anche Max Verstappen, l’olandesino volante sempre al limite tra sorpassi incredibili e incidenti da dilettante. Per il resto tante corse inutili. Come il campionato della Ferrari, di Vettel e di Raikkonen: semplicemente un disastro.
L’obiettivo del Cavallino, ma in fondo un po’ di tutta la Formula 1 della nuova era targata Liberty Media (che ha rilevato il Circus dallo storico patron Bernie Ecclestone) , è far sì che nell’anno che verrà ci sia almeno gara. Per questo ancora una volta sono cambiate tante cose. Monoposto più grandi e più veloci, gomme più resistenti, sviluppi illimitati nel corso della stagione. Persino una nuova regola di partenza sul bagnato, che prevede, in caso di safety car per maltempo, uno start da fermo al posto della tradizionale ripartenza lanciata una volta ripristinate le condizioni regolari in pista. Le altre novità sono gli esordienti: il belga Stoffel Vandoorne su McLaren, Lance Stroll alla Williams. Magari nel corso della stagione ci sarà spazio persino per un italiano: Antonio Giovinazzi è terzo pilota Ferrari ma soprattutto Sauber, scuderia satellite dove potrebbe esserci qualche occasione. Insomma, l’ennesima rivoluzione per una categoria che non trova pace e identità. Se non altro non ci saranno altre formule bislacche sulle qualificazioni, dopo il maldestro tentativo subito abortito dello scorso anno.
Tutto, pur di ritrovare competitività fra le scuderie. La Mercedes ha perso Rosberg, senza strapparsi i capelli: l’addio del campione ha restituito il giusto spazio a una prima donna come Lewis Hamilton, favorito d’obbligo, ora senza più rivali in casa, affiancato dal più placido e affidabile Valtteri Bottas. E qui entra in gioco la Ferrari. Con l’incognita di Verstappen sulla Red Bull (difficile ipotizzare altri outsider), la Rossa sembra l’unica, vera antagonista possibile per la Mercedes. Le indicazioni arrivate dal precampionato sono incoraggianti: anche se i test sono sempre difficili da decifrare (a maggior ragione quest’anno che sono stati compressi e ridotti a pochi giorni) la Ferrari è sembrata veloce, sicuramente più vicina ai rivali rispetto al 2016.
O almeno questo si augurano a Maranello: un altro fallimento sarebbe inammissibile per tutti. A partire da Sergio Marchionne che da quando ha preso il posto di Luca Cordero di Montezemolo alla presidenza ha raccolto molto poco. Ma anche Sebastian Vettel: il tedesco è arrivato al Cavallino con quattro titoli mondiali in bacheca, per ripercorrere le orme del suo idolo Michael Schumacher e rilanciare la Ferrari. I primi due anni in Italia, però, sono stati deludenti: al terzo e ultimo anno di contratto si gioca la riconferma e forse anche un pezzo di reputazione. Si parte domenica dall’Australia, si arriva il prossimo 26 novembre a Abu Dhabi. Come nel 2016, ma tutti sperano ad ordine diverso. In fondo pure Hamilton, che deve battere i rivali ma pure il ricordo di Rosberg.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".