I Management del Dolore Post Operatorio sono appena arrivati in furgone a Milano, tra poco saranno ospiti in una popolare radio per presentare il nuovo album intitolato Un Incubo Stupendo, composto da 10 brani attraversati da una velenosa ironia. “Abbiamo deciso di fare promozione solo nelle radio e non negli store – racconta il cantante Luca Romagnoli –. Siamo stanchi di fare quel tipo di promozione”. Ma come? È l’occasione buona per i fan per vedervi e chiedervi qualche autografo: “Faccio come Fedez – risponde con tono scherzoso – non le firmo se non sono copie originali! A dir la verità negli store non abbiamo mai la possibilità di esprimerci come vogliamo, chitarra e voce non è la nostra dimensione migliore, e poi ci chiedono sempre le stesse cose…”.
In queste situazioni quali sono le domande che non sopporti?
‘Perché vi chiamate così?’ e ‘che progetti avete per il futuro?’. Per la prima, beh, uno si aspetta che prima di fare un’intervista ci si documenti un minimo. Mentre la seconda è la domanda più stronza: abbiamo appena pubblicato il disco, aspettate un attimo, fateci suonare, poi vediamo. Infatti, la risposta classica è ‘per adesso facciamo il tour’. È un po’ come quando vengono intervistati i calciatori a fine partita che col fiatone rispondono ‘il futuro per ora è la partita di domenica prossima’. Vediamo prima come va il disco: nel prossimo futuro, se va male, potremmo persino scioglierci…
Sul sito del settimanale Tempi, campeggia ancora un articolo sulla vostra esibizione del Primo Maggio del 2013. C’è scritto che “il cantante non distingue una bestemmia dal rosario”. E poi ci sono diversi epiteti nei tuoi confronti: c’è chi dice che sei uno zuccone, chi uno zotico… tu, invece, come ti descriveresti?
Sono una persona estremamente educata e gentile, buona (ride). Altri complimenti oltre a questi non me li farei. Sono tendenzialmente molto spirituale, ed è per questo che mi arrabbio per certe cose. Alla fin fine posso considerarmi un eretico, come quelli che nel medioevo venivano mandati al rogo perché predicavano il Vangelo in senso assoluto e andavano contro i fasti della chiesa, e questo faceva incazzare davvero un bel po’.
Un utente scrive: “Ci può essere una speranza: è successo a San Paolo e in tempi più recenti all’ex cantante dei CCCP” Giovanni Lindo Ferretti, che ora vive da eremita.
Dopo l’evento del Primo Maggio in cui feci un po’ di scalpore, molte persone hanno tentato di convertirmi. Mi chiamavano per vedermi, c’era chi diceva che il demonio aleggiasse sopra di me…
Ma chi ti ha chiamato?
Gente della mia città o dei dintorni che voleva riportarmi sulla retta via. Siccome la cosa mi divertiva, andavo volentieri a prendermi un caffè con loro, ma siccome io il Vangelo lo conosco quasi a memoria e molti di loro o non l’avevano mai letto o se l’avevano fatto non l’avevano capito, succedeva che alla fine ero io a fare la predica a loro, e alla fine risultavano convertiti da una fede ipocrita.
Quella performance al Primo maggio del 2013, comunque, vi ha aiutato.
Ti direi di no. Se n’è parlato tanto, questo è vero, ma a livello di numeri non è cambiato granché. Gesti come quelli che ho fatto, dividono il pubblico e la metà è poca. Si è incazzata davvero tanta gente. Il successo invece si ha quando metti d’accordo tutti.
Siete in promozione del nuovo disco Un incubo stupendo. Da cosa si distingue dai precedenti?
I nostri dischi se analizzati bene, sono molto diversi gli uni dagli altri musicalmente. Credo che siamo probabilmente il gruppo che ha cambiato di più in assoluto tra un disco e un altro al punto da dividere i nostri fan: Auff è un disco che è stato definito punk-funk, McMao è molto più cantautorale ed elettronico, I Love You è punk suonato dal vivo e sparato a mille in vecchio stile, mentre in quest’ultimo c’è tutto un lavoro sulla forma canzone Pop, nel senso buono del termine. Più di qualcuno invece scrive che rischiamo di fare dischi simili. Oggi abbiamo un sound compatto e unico, e non solo i dischi sono diversi tra di loro ma anche negli stessi dischi le canzoni si possono dividere in gruppi: ci sono quelle un po’ più disco, più punk, più cantautoriali…
L’uscita dell’album è stata anticipata da tre singoli che sono ballate.
Dovendo sottostare al meccanismo della promozione, che ritengo sia anche un po’ stronzo, abbiamo scelto di presentare tre singoli che sono ballate tra il malinconico e il romanticone, che di questi tempi va anche di moda. Siccome la maggior parte delle persone, però, giudica un album senza ascoltarlo tutto, abbiamo deciso di spiazzarli in questo modo, e infatti molti ci hanno detto ‘mamma mia, ora siete diventati pop’ quando invece il disco è composto da dieci brani che affrontano varie tematiche. Però non si può dire che siccome Naufragando è una ballata allora il disco è pieno di ballate.
Il meccanismo della promozione ha le sue regole.
E a noi piace infischiarcene e infrangerle.
Come mai avete optato per un ossimoro, Un incubo stupendo, nella scelta del titolo del nuovo disco?
Cercavamo una definizione che fosse buona per la vita, per l’amore e per i sogni e Un incubo stupendo ci è sembrata la più adatta. Quando si ama la vita bisogna rincorrere ogni secondo lo stupore. È difficilissimo, è un tormento. È un incubo stupendo!
Arrivati al quinto album vi inviterei adesso a sperimentare maggiormente: mi aspetto che un gruppo giovane come i Management lo faccia…
Ma noi siamo vecchi, eh!? Abbiamo 32 anni, e a 33 c’è chi ha fatto una brutta fine! Il genere che noi facciamo è molto preciso, e quando abbiamo provato a farla è passata completamente inosservata. Nel tempo abbiamo capito quello che le persone amano di noi, e di questo ne teniamo conto. A differenza delle recensioni che ci scrivono su certi siti e riviste.
Riguardo all’ultimo album, c’è chi ha scritto: “I tentativi di tracciare profili psicologi e quadri esistenziali si risolvono in esercizi scolastici e sentimentalismi”.
Sono momenti della vita, forse sono diventato un po’ sentimentale. Spero che chi l’ha scritto legga questa intervista: ‘Luca ammette di esser stato lasciato dalla ragazza’. È finita una storia importante.
Hai detto che ormai le recensioni dei vostri album neanche le leggi più…
Beh dipende, ci sono critici e critici: c’è chi richiede al panorama indipendente una ostinata sperimentazione, chi un ostinato andare contro e chi un ostinato essere diversi a tutti i costi. Io invece ritengo – essendo ormai il panorama cosiddetto ‘indie’ sdoganato sia in radio che in tv – che sia giunto finalmente il momento di creare un panorama alternativo al già alternativo panorama indipendente che nel frattempo è diventato un po’ più mainstream!
Progetti per il futuro?
(Sbotta in una grassa risata) M’ammazzo!
Lo dici spesso nelle tue interviste…
Come dice il mio amico poeta, volevo morire in gioventù, ma non sono morto in gioventù e ora non voglio morire più.