Enrico Letta voterà Andrea Orlando alle primarie del Pd. Ed è una notizia: perché è la prima volta che lo dice, ma soprattutto perché non era per nulla scontato che il direttore dell’istituto di Studi politici di Parigi votasse per scegliere il segretario di un partito in cui da tempo non vive più. Ne parla, ma da analista esterno, da intellettuale. Che però andrà al gazebo il 30 aprile perché – a suo dire – il ministro della Giustizia rappresenta una sorta di ultima chance per il Pd. In tal senso, però, neanche questa volta Letta può stare sereno. E lo dice chiaramente: non può accettare la mancanza di una legge elettorale capace di dare al Paese governi stabili e, soprattutto, considera gravissimo il ritorno al proporzionale con i capilista bloccati. “Non dare ai cittadini la possibilità di scegliere è una decisione di chiusura profondamente sbagliata” ha detto a In Mezz’Ora, sottolineando la necessità di “far partecipare” gli elettori alla vita delle istituzioni, altro che “parlamentari scelti dai partiti”. Un attacco neanche troppo indiretto a Matteo Renzi e al suo sodale di mozione Maurizio Martina, che hanno proposto di estendere il proporzionale anche al Senato. Ipotesi che né Orlando né tanto meno Michele Emiliano prendono minimamente in considerazione.
Alle primarie con Andrea Orlando – La scelta di Enrico Letta di andare a votare Andrea Orlando alle primarie del Pd ha avuto la conferma definitiva dopo quanto accaduto ieri a Roma: il ministro della Giustizia, infatti, è stato l’unico leader del Pd a manifestare a favore di una propria idea di Ue. E Letta, ospite a In Mezz’Ora da Lucia Annunziata – lo ha evidenziato: “È l’unico che spinge per un’Europa diversa ma più integrata” ha detto l’ex presidente del Consiglio, che da europeista convinto sottolinea che l’Europa va cambiata, ma “con l’integrazione e non con il ritorno ai nazionalismi. In questo senso Orlando ha fatto bene a portare in piazza un’idea europea del Pd”. L’ex Giovane turco, poi, a sentire Enrico Letta è l’unico “che vuole unire” le varie anime e storie del Partito democratico, che “non è il comitato elettorale di un capo”. Vincerà Renzi? “Io non scelgo un vincitore – dice Letta – sono una persona libera che dice la sua. A mio avviso il Pd deve guardare al futuro e Orlando è l’unico che lo fa”.
Le prossime elezioni? “Grave andare a votare con i capilista bloccati” – Quando Lucia Annunziata gli chiede un parere sulla situazione politica nazionale a prescindere dal Pd, Enrico Letta non può non parlare del Pd. E soprattutto della proposta del ticket Renzi/Martina di estendere il proporzionale con capilista bloccati anche al Senato. “Se non si cambia la legge elettorale la legislatura finisce come il casellante ai treni che resta a guardare lo spettacolo di due treni che si scontrano – sottolinea – Io ho votato contro l’Italicum, perché lo ritenevo un’aberrazione, e così poi è stata giudicata. Se non cambi la legge elettorale e non dai nuovo impulso si andrà a votare e sarà peggio della Prima Repubblica, si torna al proporzionale con i capilista bloccati con i capi dei partiti che sceglieranno tutti i parlamentari“. Per l’ex premier sarebbe un errore di inaudita gravità: “Bisogna dare la possibilità ai cittadini di votare i loro eletti, di avvicinarsi alla politica – dice – Scegliere di chiudersi nella fortezza è sbagliato, serve ben altro che i parlamentari scelti dai partiti”. Poi l’aneddoto: “Ai giovani che partecipano alla mia scuola politica chiedo una cosa ben precisa – rivela – Prima di impegnarsi in politica, devono giurare di avere e saper fare un altro mestiere“. Per vincere le prossime elezioni politiche, a detta di Letta bisogna avere “maggior sintonia verso il Paese”: “Dopo il voto del 4 dicembre chiunque dovrebbe cogliere il senso di scarto profondo che c’è stato tra Pd ed elettorato” sottolinea e, pur senza mai citare esplicitamente il suo successore Matteo Renzi, evidenzia che non si può bollare come “accozzaglia” tutti quelli che la pensano diversamente.