“Alcune coppie, anche dall’estero chiedono di potersi sposare avendo come sfondo una delle nostre meravigliose location. Vogliamo sfruttare fino in fondo questa possibilità che, se sapientemente sviluppata, porterebbe posti di lavoro in città, prima richiesta dei nostri concittadini. L’art. 3 d. P.R. 3 novembre 2000, n. 396, recita ‘1. I comuni possono disporre, anche per singole funzioni, l’istituzione di uno o più separati uffici dello stato civile. 2. Gli uffici separati dello stato civile vengono istituiti o soppressi con deliberazione della giunta comunale. Il relativo atto e’ trasmesso al prefetto‘. Dunque, le cerimonie civili potrebbero essere celebrate al di fuori degli uffici comunali. Attraverso l’attivazione di convenzioni con Ente Parco (zone del Parco archeologico), Tempio di Vulcano anche raggiungibile con ferrovia, Consorzio provinciale (Orto botanico), Fai (Kolimbetra), demanio marittimo (spiagge), museo “Griffo” (sala del Gigante), chiese sconsacrate,e si potrebbe avviare un indotto dedicato ai matrimoni e alle unioni civili che porterebbe posti di lavoro nel settore della ristorazione, accoglienza, organizzazione di eventi, noleggio auto, composizioni floreali e tanto altro”. Marcella Carlisi, consigliere comunale del M5s di Agrigento firmataria nei giorni scorsi della mozione non ha dubbi, “Un’occasione da prendere al volo che, speriamo, la nostra amministrazione non si faccia scappare”.
Il wedding tourism è in crescita, ma impone le sue leggi. I luoghi più suggestivi sono fondali da mettere a profitto. Vuoi mettere la bellezza di sposarsi nella Valle dei Templi? Indimenticabile! Unico! Quindi perché mai non liberalizzare l’uso dei monumenti? Anche per sposarsi, dopo aver, in altre occasioni, bevuto proprio lì l’aperitivo pubblicizzato anche in tv e dopo aver cenato per l’evento di una multinazionale. Sono in tanti a pensarlo. A credere che si debba sfruttare la fortuna di avere così tanti monumenti. Come se templi, aree archeologiche, palazzi e chiese non potessero di per sé bastare.
Mi spiego. Perché mai non ci si può accontentare della fruizione turistica? Perché la semplice osservazione, la sola vista non è ritenuta più di alcun significato? Anzi, sembra che tutto ciò non venga quasi più contemplato. Quanto in questo modo di intendere, non solo i monumenti della Valle dei Templi, ma l’intero patrimonio, incida la vecchia idea che i Beni culturali siano il petrolio italiano, è evidente. E’ così che si sfruttano le risorse invece di utilizzarle. Verrebbe da dire, invece di valorizzarle. Un’idea, quella del “petrolio”, che tanti disastri ha provocato e molti altri minaccia di farne.
Senza contare un altro elemento, tutt’altro che trascurabile. L’usura che comporta un utilizzo di tal tipo dei monumenti. Usura certa, che non sembra compensata dai benefici incerti. Con questo non si propone una fossilizzazione della Valle dei Templi e neppure di altri monumenti, ma un uso quantomeno consapevole.
Bisognerebbe rafforzare il ruolo dei monumenti. Farne degli autentici brand. Evitando di svilirli a fondali da set cinematografici. Per questo c’è da sperare che la mozione del M5s venga respinta.