Per mettere un freno alle polemiche, alla fine Roberta Cocco la suo dichiarazione dei redditi l’aveva pubblicata. Con tanto di errore. E soprattutto dopo i 90 giorni previsti per legge dalla nomina ad assessora del comune di Milano. Per questo ritardo la top manager di Microsoft in aspettativa, scelta da Giuseppe Sala per occuparsi di trasformazione digitale, è stata multata dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone. Una sanzione da mille euro. Quisquilie, si dirà, per una che a dichiarazione pubblicata ha mostrato un reddito di 224mila euro e un portafogli di azioni Microsoft per 3,6 milioni di euro. Ma resta il valore simbolico, punizione messa nero su bianco a chi per settimane s’è rifiutata di rispettare le norme sulla trasparenza.

Nominata a giugno ed entrata effettivamente in giunta solo a settembre, proprio per chiudere le pendenze con la multinazionale dell’informatica, Cocco all’inizio non ha voluto saperne di inviare agli uffici di Palazzo Marino i documenti da pubblicare nella sezione trasparenza del sito del comune. E così è partita una segnalazione all’Anac, che ha aperto un’istruttoria. A quel punto il rifiuto di Cocco è diventato pubblico, in un crescendo di polemiche su cui non si sono sottratti nemmeno gli esponenti del Pd, come l’assessore Pierfrancesco Majorino e il presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolé. A metà febbraio, tra rimproveri dalla maggioranza e qualche imbarazzo ai piani alti di Microsoft, la situazione si è fatta così grave che l’assessora è andata da Giuseppe Sala disponibile a dimettersi. Ma, secondo la versione raccontata dallo stesso sindaco, è stata convinta a pubblicare il reddito e a restare in squadra per non far mancare alla giunta la sua esperienza professionale.

E Cocco così ha fatto. Solo che i documenti giusti li ha pubblicati solo al terzo tentativo, dopo che le prime due versioni avevano tolto un paio di zeri alle percentuali delle azioni detenute. E in particolare di quelle Microsoft, spacciate per qualche ora per 36mila euro di valore, anziché 3,6 milioni. Una cifra considerevole, prova secondo le opposizioni di un bel conflitto di interessi, visto che l’assessorato di Cocco gestisce gli appalti sui servizi informatici a cui può puntare proprio Microsoft, peraltro già fornitore del Comune. E ora che le polemiche non si facevano quasi più sentire, è arrivata la multa dell’Anac. Ora l’assessora ha 60 giorni di tempo per pagarla, a meno che non decida di presentare una memoria difensiva.

@gigi_gno

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