Il blogger è stato condannato a un'ammenda di 330 euro e a 15 giorni di arresto amministrativo per avere disobbedito alla polizia dopo il fermo durante i cortei di domenica 26 marzo. Il leader della Lega Nord, a differenza di Washington e Bruxelles, è dalla parte del governo russo: "Non mi sembra che fosse una manifestazione autorizzata". E il Cremlino insiste: "E' stata un provocazione"
“Verrà il giorno in cui saremo noi a giudicarli, ma quel giorno lo faremo in maniera onesta”. Alexey Navalny, l’oppositore di Putin arrestato dopo le manifestazioni a Mosca contro la corruzione, scrive su Twitter dall’aula del tribunale regionale di Tverskoi, poco prima della condanna a 15 giorni di arresto amministrativo per non aver obbedito agli ordini della polizia dopo essere stato fermato. Aspirante candidato alle presidenziali russe del 2018, in mattinata è stato condannato anche al pagamento di un’ammenda di 20mila rubli (330 euro). Ma dopo i cortei di ieri, da Mosca alle regioni più remote, in Siberia, negli Urali e in Estremo Oriente, al Washington Post ha spiegato che “la nostra richiesta di permettermi di candidarmi ha acquistato ancora più autorità”.
Oltre a lui sono stati fermati dalle forze dell’ordine 1.030 manifestanti, che il Cremlino continua ad attaccare parlando di “provocazioni”. “Quello che abbiamo visto ieri in diversi posti, ma soprattutto a Mosca – ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato da Ria Novosti – è una provocazione e una menzogna perché coloro che in modo molto raffinato e con un linguaggio aulico hanno spiegato che l’azione era autorizzata e che non violava in alcun modo la legge dicevano un’assoluta bugia”. Dopo l’arresto di ieri del leader dell’opposizione, ha detto il suo portavoce Kira Yarmysh, la polizia ha fatto irruzione nell’ufficio della sua Fondazione anticorruzione di Mosca, sequestrando computer ed altro materiale.
Всем привет из Тверского суда. Настанет время, когда и мы будем их судить (только уже честно) pic.twitter.com/zs6ueJMM8o
— Alexey Navalny (@navalny) March 27, 2017
“Di fronte all’esigenza della polizia che le sue azioni cessassero, Navalny ha tentato di resistere, usando braccia e gambe”, hanno dichiarato i giudici, ai quali il leader dell’opposizione ha detto: “Io rispetto sempre le richieste legali della polizia”. E, respingendo le accuse, ha aggiunto: “Non riconosco la mia colpevolezza. La gente è scontenta della corruzione e per questo ha deciso di partecipare alla manifestazione pacifica”. Ha anche denunciato sul suo profilo Twitter che circa 20 dipendenti del suo Fondo contro la corruzione sono stati fermati.
Usa: “Affronto ai valori democratici” – Gli Usa, però, si schierano dalla parte dei manifestanti e “condannano fermamente gli arresti“, oltre a chiedere “al governo russo di rimettere” i fermati “subito in libertà”. Il portavoce del dipartimento di Stato Mark Toner sostiene che “fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”. Inoltre “i russi, come tutti, meritano di avere un governo che sostiene la libertà di pensiero, la trasparenza e un governo trasparente e responsabile, una uguaglianza di trattamento davanti alla legge e la possibilità di esercitare i loro diritti senza temere rappresaglie”, ha sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato, il cui segretario Rex Tillerson volerà a Mosca a breve, anche per preparare un eventuale incontro tra Putin e Trump.
Stessa presa di posizione per l’Unione Europea, che chiede alla Russia di “rilasciare senza ulteriori rinvii i dimostranti pacifici che sono stati arrestati”. “Le operazioni della polizia nella Federazione russa – si legge in una nota del portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini – per tentare di disperdere le dimostrazioni e che hanno portato al fermo di centinaia di cittadini, tra cui il leader dell’opposizione Alexey Navalny, hanno impedito l’esercizio della fondamentale libertà di espressione, associazione e assemblea pacifica, che sono diritti fondamentali previsti dalla Costituzione russa”. “Facciamo appello alle autorità russe – afferma il portavoce – perché rispettino pienamente gli impegni internazionali che si sono assunti, tra cui quelli del Consiglio d’Europa e dell’’Osce, e perché rilascino senza indugio i manifestanti pacifici che sono stati arrestati”.
Salvini: “È l’ennesima montatura mediatica” – Ma per Matteo Salvini – che nelle scorse settimane ha firmato un piano di cooperazione e collaborazione col partito di Putin – si tratta dell'”ennesima montatura mediatica”. In un’intervista a La Stampa, il leader della Lega Nord spiega: “Io sono per la libertà di pensiero. E sono sempre per le manifestazioni autorizzate. Ma non mi sembra che questa sia stata autorizzata”. Poi aggiunge: “Ho fatto una ricerca, e mi sono informato sul personaggio in questione. Un blogger anti-Putin, venduto come leader dell’opposizione. Ma che secondo le stime avrebbe solo il 3%. Insomma, è uno dei tanti che si oppone a Putin. È come se in Italia Nicola Fratoianni fosse considerato l’anti Renzi”. A Salvini fa “sorridere” poi che Putin sia “considerato un dittatore”. “Le dico solo – prosegue – che quest’anno la Russia crescerà più dell’Italia. E non solo, invidio il sistema fiscale russo perché c’è solo una tassa unica. In Russia sei mesi fa ci sono state le elezioni. Ha votato il 48% dei russi ed è stato eletto democraticamente un Parlamento. Per di più qualche giorno fa un sondaggio di un istituto vicino agli Usa attesta Putin con un indice di popolarità pari all’85%”. Tra Putin e l’Europa, aggiunge, “come potrei scegliere questa Europa. Dove le commissioni non vengono elette dal popolo e dove uno come Juncker, presidente della commissione Ue, fa solo gli interessi di banche e multinazionali”. Salvini specifica inoltre: “Di Putin apprezzo l’operato. E mi sembra che la stessa posizione la abbiano Marine La Pen e François Fillon, il Berlusconi di Francia. Eppoi come non dimenticare che anche Renzi ha chiesto di togliere le sanzioni. Fra qualche giorno scopriremo che il ministro Alfano vorrà andare da Putin“.
Dopo le manifestazioni anticorruzione di ieri, che si sono svolte non solo a Mosca e Pietroburgo ma in oltre 80 città e cittadine del Paese, anche nelle regioni più remote, in Siberia, negli Urali e nell’Estremo Oriente russo, “la nostra richiesta di permettermi di candidarmi ha acquistato ancora più autorità”. E’ quanto ha rivendicato Alexei Navalny in una dichiarazione rilasciata, via Facebook, al Washington Post dall’aula di tribunale dove è comparso oggi dopo l’arresto di ieri durante la manifestazione a Mosca
“Le manifestazioni di ieri, soprattutto quelle che si sono svolte nelle regioni più remote, dove non si vedevano dagli anni ottante, prima di tutto mostrano come sia completamente artificiale il famoso 84% di popolarità” di Vladimir Putin, ha detto il leader del movimento anticorruzione che lo scorso dicembre ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2018. “Se migliaia di persone partecipano a manifestazioni non autorizzate in queste regioni allora vuol dire che milioni le sostengono – ha aggiunto – questo conferma che le persone si faranno avanti per votare una persona con le mie posizioni”.
Cremlino: “La legge deve essere rispettata” – Mosca continua a difendere lo stop alla manifestazione di ieri e insiste sul fatto che il corteo non fosse autorizzato. “Il Cremlino – ha continuato Peskov – rispetta il diritto dei cittadini a esprimere le proprie posizioni civiche. Ma noi lo rispettiamo solo nel caso in cui queste posizioni siano espresse in una forma prevista della legge e nei luoghi che la legge ritiene opportuni“. Invece, ha aggiunto, “non possiamo rispettare quelli che in modo deliberato ingannano il popolo e istigano alle azioni illegali di ieri, non possiamo rispettare quelli che deliberatamente hanno fuorviato dei minorenni, promettendo loro dei soldi in cambio della partecipazione a proteste non autorizzate, esponendoli così al pericolo, non possiamo né accettare né rispettare tutto questo”. Peskov ha poi detto di non essere preoccupato dalla possibilità di nuove proteste, ma teme che gli attivisti possano essere manipolati. “Abbiamo paura che qualcuno continuerà a usarli per i loro scopi, invitandoli a partecipare in eventi illegali e non autorizzati”. “Siamo preoccupati per questo – ha sottolineato – non per la manifestazione di una posizione della società civile e per eventi che avvengano nel rispetto della legge”. Il portavoce del Cremlino ha ricordato che è attivo un dialogo con la società civile attraverso diversi canali e a vari livelli. “Durante questo dialogo – ha detto – c’è uno scambio costante di informazioni e viene data la possibilità di capire i problemi attuali, se la popolazione è insoddisfatta e se la loro valutazione sul lavoro delle autorità funziona”.
Secondo l’agenzia Interfax, “alcuni” dei fermati “sono stati lasciati andare, mentre altri sono stati accusati di infrazioni amministrative”. Secondo un’altra fonte, invece, “46 minori sono stati individuati sui luoghi della dimostrazione non autorizzata a Mosca” e “tutti sono stati immediatamente consegnati ai genitori“. Secondo il Guardian, solo nella capitale sono scese in strada oltre 7mila persone per dire basta al governo del presidente Putin e del premier Medvedev, accusati di corruzione. A quest’ultimo in particolare la gente contesta un presunto ‘impero segreto’ di proprietà – in patria e all’estero – del valore di un miliardo di dollari, mentre una larga fetta della popolazione fatica ad arrivare a fine mese. Uno scandalo emerso grazie a un’inchiesta giornalistica. Centinaia gli arresti ieri, 600 nella sola Mosca, dopo che Navalny ha incoraggiato oltre 100 città a far sentire la propria voce.