I giudici hanno ritenuto che la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione Via avesse approfonditamente vagliato tutte le problematiche naturalistiche. Ora l'unico fronte aperto è il ricorso alla Consulta
Il Consiglio di Stato ha respinto gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tar (l’udienza di discussione si era tenuta il 9 marzo) sul Tap-Trans Adriatic Pipeline. Quindi il gasdotto si farà.
I giudici – con la sentenza numero 1392 – hanno ritenuto che la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione Via avesse approfonditamente vagliato tutte le problematiche naturalistiche e che anche la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri (all’interno del Comune di Melendugno) fosse stata preceduta da una completa analisi delle possibili alternative (ben undici). Inoltre è stato escluso che l’opera dovesse essere assoggettata alla cosiddetta “Direttiva Seveso” ed è stato riconosciuto l’avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato nella procedura di superamento del dissenso espresso dalla Regione alla realizzazione dell’opera.
E ora, dopo la rimozione degli ulivi nel comune di Melendugno per la costruzione del gasdotto e l’archiviazione della doppia inchiesta da parte del tribunale di Lecce, rimane un solo fronte aperto. Si tratta del ricorso alla Consulta del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per decidere su un eventuale conflitto di attribuzione. All’origine la mancata “intesa forte” sulla localizzazione della grande infrastruttura che dall’Azerbaijan, dopo aver attraversato Balcani e mar Adriatico, dovrebbe approdare sulla spiaggia di San Foca, in provincia di Lecce.