Cinema

Gennaro Nunziante, lezioni di cinema del regista di Checco Zalone: “Gomorra? Spiace che il mio paese venga raccontato solo e sempre così”

Di fronte a una platea di studenti e appassionati lo sceneggiatore e regista dei film di Checco Zalone, che con soli quattro titoli in nemmeno dieci anni ha racimolato la cifra record di oltre 160 milioni di euro al botteghino, ha illustrato i segreti, i significati e gli intenti di una comicità nata all’insegna del regionalismo e finita per conquistare l’Italia intera. Tra citazioni dotte, riferimenti ad Andreotti e Gomorra, all’eutanasia e ai dogmi progressisti rivela che Cado dalle nubi fu ispirato a Ricomincio da tre di Massimo Troisi

di Davide Turrini

“Oggi nemmeno papa Francesco fustiga le persone, figuriamoci il cinema”
“Il bello è stare insieme, ma oggi non condividiamo più nulla, ogni persona è nemica dell’altra. Invece per me siete tutti una risorsa. Io, come diceva Conrad, fatico a spiegare a mia moglie che lavoro quando guardo le persone fuori dalla finestra. E’ in quel momento che osservo la logica della commedia umana. (…) Oggi nemmeno papa Francesco può più mettersi a martellare le persone in testa, tu hai sbagliato, tu no. Oggi un caso Welby non ci sarebbe più, oggi la Chiesa si aprirebbe perché cito ancora Baudelaire ‘ipocrita lettore, mio simile, fratello’, apri quella cavolo di chiesa e fai il funerale a Welby. Quindi se addirittura i dogmi della Chiesa crollano e si decide questa misericordia, può mai il cinema arrogarsi questa specie di giudizio universale dove tu sei buono e tu cattivo? Noi tutti siamo chiamati a fare un passo avanti nell’ironia e nel divertimento delle cose, ma nessuno entri nell’altro a dirgli quel che deve fare. Io e Luca cerchiamo di fare questo tipo di cinema, un po’ come nello slalom sulla neve: devi evitare la bandierina anche se rischi sempre di toccarla, devi rimanere leggero, devi dire ma non devi dire, colpire ma non devi colpire”.

“Non mi è piaciuta la logica dogmatica del cinema di sinistra anni ‘90”
“Rispetto all’epoca della storica commedia all’italiana vedo una differenza sostanziale”, ha spiegato Nunziante, appena eletto dal ministro Franceschini membro del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo. “Chi gestiva quel carrozzone politicamente? La DC. E puntualmente il compromesso scattava e si trovava l’accordo tra uomini di sinistra e uno come Andreotti affinché certi film uscissero in sala. Su Il Sorpasso o molti film di Sordi, Andreotti ebbe da dire, ma poi alla fine scattava in lui comunque l’idea di sistemare qualche dettaglio, ma farli uscire. Poi a un certo punto in Italia il cinema ha preso una direzione dogmatica. I film dovevano avere certi attori, tematiche, logiche politiche per prendere punteggi e finanziamenti. Io voto a sinistra, ma questa logica non mi piace, non mi ci vedo proprio fare quello che non permette a te di pensarla come vuoi. Così il linguaggio di tanti è diventato unico. Negli anni ‘90 era tutto monocorde. Attenzione: noi oggi ci stiamo giocando con le nuove generazioni una sorta di nuova “liberalizzazione” del cinema per generi, cultura, e messa in scena. Inoltre non c’è più trasmissione della memoria storica del passato cinematografico, quando invece per chi fa cinema sarebbe utilissimo. Colpa della televisione, e dei produttori che mirano solo al diritto d’antenna e salutano il cinema”.

“Gomorra, dispiace sia l’unica cartolina dell’Italia all’estero”
“Guardo a una serie di reazioni a produzioni tv e ho la sensazione che la cosa sia scappata di mano: dispiace che il mio paese venga raccontato solo e sempre così”, ha spiegato Nunziante rispondendo ad una domanda del pubblico. “Il problema in Italia è che la rappresentazione alla Gomorra è l’unica cartolina che comprano all’estero. Una volta ero a Parigi per presentare un altro film e un giornalista francese intervenne contro Berlusconi. Allora io gli dissi a lei non le permetto di parlar male del presidente del consiglio del mio paese, visto che avete un presidente della repubblica e un primo ministro colonizzatori di popoli. Dobbiamo stare attenti alla misura. E non dico che non se ne deve parlare, ma questa cartolina del Sud tutto degradato non è bella. Sarò patriota ma dispiace vedere che le uniche serie tv che escono da qui hanno sempre quel tema”.

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