La notte del 23 marzo Mario Castagnacci (insieme ad altre tre persone) è stato trovato in possesso di 300 dosi di cocaina, 150 di crack e 600 di hashish. E' stato fermato e rilasciato il giorno dopo perché il gip ha riconosciuto la tesi difensiva del "consumo di gruppo". Il suo avvocato Tony Ceccarelli ha rinunciato al mandato: "Troppi colleghi minacciati o malmenati". I due fratellastri presunti omicidi messi in isolamento
Fermato dai carabinieri la sera del 23 marzo, rilasciato il 24 mattina. E dopo qualche ora protagonista del pestaggio che ha causato la morte di Emanuele Morganti. Mario Castagnacci, uno dei due presunti assassini del 20enne di Alatri, era stato arrestato dalle forze dell’ordine la sera prima dell’omicidio perché con tre suoi amici era stato trovato in possesso di droga. Non si parla di piccole quantità: 300 dosi di cocaina, 150 di crack e 600 di hashish. Tanta droga. Ad eseguire l’operazione erano stati i carabinieri della Stazione San Pietro durante un’operazione in un appartamento a Roma. Il 24 marzo, ovvero il giorno dopo, i 4 sono comparsi davanti al gip, che ha convalidato gli arresti ma rimettendoli in libertà senza richiedere l’osservanza di nessun tipo di obbligo. Il motivo? Il giudice ha riconosciuto la tesi difensiva del “consumo di gruppo” e, di fatto, ha sancito la scarcerazione dei quattro. Tutto secondo la legge? Saranno le indagini a stabilirlo. Fatto sta che Castagnacci è libero. Ritorna ad Alatri, la sera esce con gli amici e con il fratellastro Paolo Palmisani (fermato anche lui). E, nella notte il 24 e il 25 marzo, Emanuele Morganti viene ucciso. Il 27enne Castagnacci è considerato dagli investigatori l’autore (anche) del colpo mortale. Non solo. Per gli inquirenti, all’origine della ferocia insensata messa in atto dai due fratellastri (fermato anche lui) c’è stata l’assunzione di un mix di droghe e alcol. Castagnacci, poi, ha anche alcuni precedenti specifici: nel 2011 era stato arrestato perché in possesso di 5 chili di hashish ed attualmente ha un procedimento in corso, sempre per traffico di stupefacenti.
A difenderlo, però, non ci sarà più l’avvocato Tony Ceccarelli: il legale infatti ha rinunciato all’incarico. Con queste parole: “E’ stata una decisione autonoma, presa senza alcuna pressione. Lo dico – ha specificato – perché in questi giorni sono stati molti i colleghi, anche di indagati più marginali, che sono stati minacciati e malmenati”. Intanto Castagnacci e Paolo Palmisani sono stati posti in regime di isolamento nel carcere romano di Regina Coeli. La decisione è stata presa per il rischio di ritorsioni e minacce nei confronti dei due ragazzi da parte di altri detenuti. Dopo la fiaccolata di ieri sera a Tecchiena di Alatri (la frazione conta poco meno di 4mila residenti, più della metà era strada), stasera è in programma ad Alatri una manifestazione simile. “La fiaccolata, organizzata dal Comune, è contro la violenza e l’indifferenza” ha spiegato il sindaco Giuseppe Morini, secondo cui hanno aderito anche i sindaci della zona e le autorità religiose. “Ci aspettiamo un migliaio di persone” ha detto il primo cittadino. Il corteo partirà alle 19 dalla piazza del centro storico in cui c’è stata l’aggressione mortale al ragazzo.