Un dissesto finanziario nascosto a tutti. Alla moglie, ai genitori, agli amici. Che, però, sarebbe venuto a galla davanti al notaio, dove aveva appuntamento intorno alle 12 insieme alla moglie Sara, veterinaria, per fare il rogito della casa ultra chic di Trento che avrebbero dovuto riscattare. Un lussuoso attico su due piani di via della Costituzione, nel nuovo quartiere delle Albere, del valore di 1,2 milioni di euro. Ma l’incontro non c’è mai stato, perché lui non si è mai presentato. Per quella casa pagava un affitto mensile da 5mila euro nella formula “rent to buy”. Ma da tempo i soldi non venivano più versati. Perché non c’erano più, spariti. La mattina dell’appuntamento dal notaio, Gabriele Sorrentino ha ucciso a martellate i due figli Marco e Alberto, di 2 e 4 anni, li ha coperti con un lenzuolo e poi è uscito di casa per buttarsi in una scarpata a Sardagna, tra le 10.20 e le 10.30 di lunedì 27 marzo. Tanti i dubbi e le domande sulla vita di un uomo che veniva descritto da chi lo conosceva come un padre modello. Quello che è certo, in una storia che gli inquirenti stanno ricostruendo passo dopo passo, è che l’ex carabiniere che aveva scelto di lavorare da casa come operatore finanziario aveva perso oltre un milione di euro.
Come scrive il Corriere della Sera, ha bruciato per una serie di investimenti sbagliati “300mila ricevuti dai suoceri” e “altri 490mila provenienti dalla vendita della casa in cui sino al 2015 aveva abitato nella vicina Mezzocorona“. Cifre a cui si aggiungono “400mila euro affidati da una ventina di clienti, tra amici e conoscenti ai quali aveva promesso un premio attorno al tre per cento”. Tutto svanito. Eppure ostentava benessere: lui insieme alla moglie e ai suoi tre figli (la più grande, 16 anni, era in gita scolastica in Spagna al momento del delitto) viveva nell’attico progettato da Renzo Piano a Trento, guidava un suv Volvo Xc90 da 53mila euro e voleva anche comprarne un altro. Ma bollette ed elettrodomestici presi a rate da tempo non venivano più pagati. Domenica, scrive ancora il Corriere, aveva chiesto anche 100 euro al padre per fare benzina. E davanti ai sospetti della moglie, le aveva presentato alcuni fogli che prevedevano a breve guadagni per 15 milioni di dollari. Tutto falso.
La mattina del 27 marzo – Sorrentino, 43 anni, è in casa insieme ai due figlioletti. La moglie Sara esce, come sempre, per andare al lavoro. Alle 8.30 deve arrivare il padre di Gabriele, nonno dei piccoli, per portare uno dei due a scuola. Ma il figlio gli manda un sms e gli dice di non venire: i piccoli non avevano dormito bene e, dunque, niente scuola. Riscrive poi per dire che li avrebbe accompagnati lui stesso dalla nonna alle 10. Ma a quell’ora, probabilmente, i due bimbi erano già morti. I cinque colpi di martello coi quali il padre li ha uccisi – uno contro il più piccolo, quattro contro l’altro – sono stati sferrati tra le 7 e le 10.15. Un lasso di tempo nel corso del quale era in contatto con moglie e genitori via sms. Poco dopo lui ha preso il suv e si è andato a gettare da un’altezza di 150 metri. L’arma è poi stata ritrovata nell’appartamento. I funerali dei bimbi si svolgeranno in forma strettamente privata.