“Ai miei gatti, senza il cui continuo e impagabile supporto questo libro sarebbe stato scritto prima e probabilmente meglio”. Questa dedica, apre Una teoria di ombre – I danzatori d’ombra, libro primo, il primo romanzo fantasy (Limana Umanìta Edizioni ) scritto letteralmente in mezzo ai gatti, non solo perché l’autrice, Valentina Zunino, 37 anni, ne ha due ma perché si occupa di loro ogni giorno lavorando al gattile municipale di Imola.
Se il padre, bibliofilo dottissimo, girava il mondo arruolando schiere di avvocati, come capo dell’ufficio legale di una multinazionale, Valentina ha scelto di navigare gli oceani del fantasy, prima divorando centinaia di libri, poi cominciando a scrivere.
Negli ultimi anni, le sue storie hanno cominciato ad apparire nelle antologie de I mondi del fantasy, fino a che la casa editrice Limana Umanìta (che pubblica anche giochi di ruolo quali Project Hope e Brass Age) le ha proposto di scrivere un romanzo.
Una teoria di ombre non è solo un fantasy, ma anche un romanzo gotico e un poliziesco ambientato in un mondo in cui gli dei sono svaniti e gli uomini sono disperati perché non riescono più a comunicare con loro. Questo universo, che potrebbe collocarsi vagamente fra il ‘700 e l’800, è immerso in un flusso costante di “codex” , cioè di simboli che rimbalzano e si moltiplicano come ‘effetti collaterali’ del web, dirottando il senso e l’esito degli avvenimenti. Se i paesaggi evocano i deserti urbani di Ballard, alcuni elementi rituali fanno pensare a Borges, ma le radici del libro affondano anche nei testi di William Gibson, Jane Austen e Ursula Le Guin.
“E’ un mondo popolato da animali mitologici – spiega Valentina – dove la magia è un’energia arbitraria e spesso pericolosa perché si rivolta contro chi cerca di manipolarla”.
La trama è complessa. Sono state trovate morte, cinque fanciulle nobili chiamate ‘Nothyen’ fra cui Isen, l’erede designata della Daira, la governatrice suprema del distretto. Il protagonista , l’investigatore Armindher, è un eroe fragile ed è l’unico sacerdote maschio di un ordine monastico femminile.
“Il mondo creato da Valentina Zunino è uno spazio-tempo fantastico attraversato da animali-mostri e soprattutto da una scienza della magia assolutamente fuori controllo – scrive Maria Luisa Torti in una splendida recensione apparsa sul sito Ibs – Le avventure ci fanno sprofondare in mondi abitati da vivi, da morti risorti, da animali-spirito ostili, da uomini-bestia che alla bisogna ritornano uomini o viceversa. La vecchia casta Parshendi, emarginata e impoverita, vuole detronizzare il governo femminile che tiene le redini dell’impero. Amindher è un antieroe, stanco e depresso, che zoppica con l’appoggio di un bastone, turbato dal ricordo della madre persa quando era adolescente e assediato dalla nostalgia struggente per la morte dell’amata Isen, una delle cinque nobili Nothyen trovate uccise. Lo stile è medio-alto, governato con grande sicurezza, ma similitudini e analogie vengono desunte dal reale che è sempre presente “.
Alcuni spunti narrativi derivano dalla tradizione giapponese dell’epoca Heian, come la credenza che esistano delle direzioni interdette, percorsi che incrociano la presenza di divinità e quindi siano vietate perché portano sfortuna. Altri temi altri evocano invece incubi più recenti come il Califfato e lo sterminio delle donne yazidi. “Molti tra i suoi confratelli – si legge a pag.261 – pregavano durante il turno di sorveglianza, convinti com’erano che le infedeli potessero indurli al peccato solo con la loro lontana presenza…. Erano solo donne e presto le avrebbero uccise e sarebbe stato facile come mietere il grano…”
“Nel mio libro – spiega Valentina – quelli che venerano il ‘Dio Scalzo’, vanno a piedi nudi e considerano tutti gli altri degli infedeli. C’è un’allusione ai fondamentalisti religiosi ma non solo musulmani, anche cattolici, insomma a tutti quelli che pensano che di dio ce ne sia uno solo, e che le donne debbano stare al loro posto”.
Se io dirigessi un giornale spedirei Valentina Zunino nelle città liberate dall’Isis in Iraq on in Siria .
E’ probabile che la formidabile penna della gattaia-scrittrice descriva il fantasy-horror realizzato dallo stato islamico molto meglio di tanti inviati tv o della carta stampata.