Il corpicino della neonata fu ritrovato da due turisti tedeschi. La giovane che ha confessato di essere la mamma, la 23enne di Castellana Grotte Lidia Rubino, estetista, è in carcere da ieri con l’accusa di omicidio volontario
Partorita in spiaggia e abbandonata fra gli scogli in una fredda notte di inizio febbraio. Questo il destino di una neonata il cui corpicino fu ritrovato da due turisti tedeschi. La giovane che ha confessato di essere la mamma, una 23enne di Castellana Grotte, estetista, è in carcere da ieri con l’accusa di omicidio volontario.
Quando gli agenti del Commissariato di Monopoli le hanno notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Bari, la ragazza era a casa dei suoi genitori, dove vive. Già sentita dagli inquirenti durante le indagini come persona informata sui fatti, aveva confessato di aver abbandonato la sua bambina su quella spiaggia in zona Cala Monaci di Monopoli (Bari), ma sarà l’esame del Dna a dare certezza sulla maternità. I fatti risalgono allo scorso 15 febbraio. Le indagini della Polizia, coordinate dal pm Giuseppe Dentamaro, hanno consentito presto di identificare la ragazza che quella notte, però, probabilmente non era sola. Gli accertamenti, infatti, proseguono per identificare chi era con lei – e potrebbe averla aiutata – e per individuare quindi eventuali altre responsabilità connesse alla morte della bambina.
Stando all’autopsia, eseguita dal medico legale di Bari Francesco Introna, la bambina era nata al termine della gravidanza e in piena salute. A contribuire alla sua morte sarebbero stati il freddo e l’acqua del mare. Nelle ore successive al parto, la neonata – a quanto si è saputo – avrebbe vissuto tre momenti traumatici ma soltanto l’esito degli esami istologici consentirà di chiarire la causa esatta della morte. “Non sapevo come fare” avrebbe detto agli inquirenti la ragazza, che nei prossimi giorni sarà sottoposta ad interrogatorio di convalida del fermo dinanzi ad un giudice all’interno del carcere di Trani dove si trova attualmente detenuta. Il provvedimento di fermo è stato eseguito di urgenza perché gli inquirenti barese temevano – come sarebbe emerso dagli accertamenti tuttora in corso – che fosse pronta a partire all’estero, rendendosi irreperibile.
Foto dal sito del comune di Monopoli