“Il terreno scelto per ospitare gli ulivi espiantati ha un pozzo inquinato con livelli che non rispettano le norme in materia, come certificato dall’Arpa”, è la denuncia di Gianluca Maggiore del Comitato No Tap che è pessimista sulla sorte degli alberi: “Seccheranno per cause naturali, anche perché non è il periodo giusto per espiantarli”. L’azienda respinge le accuse: “L’acqua del pozzo è inquinata, ma noi non la useremo. Irrigheremo gli ulivi usando delle autobotti – spiega Michele Elia, Country manager Tap Italia -. Stiamo curando gli alberi in maniera maniacale per assicurarne la sopravvivenza”. Per la costruzione del nuovo gasdotto in Puglia, nella località di San Basilio frazione di Melendugno, dovranno essere espiantati in tutto 211 ulivi.