Diritti

Sanità, dai vaccini allo screening per i tumori: in 5 Regioni del Sud le cure sono sotto la soglia minima

In Calabria, Molise, Puglia, Sicilia e Campania il Servizio sanitario nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza è sotto lo standard di legge. Tutte, tranne la Calabria, sono pure peggiorate. Le regioni sono tra quelle in Piano di rientro o commissariate insieme a Piemonte, Abruzzo e Lazio. Lorenzin: "I commissariamenti non sono la risposta"

Il livello delle cure erogate dal Servizio sanitario nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) è “sotto la soglia minima” in cinque regioni italiane. A denunciarlo è la stessa Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, dopo la lettura dei primi dati del 2015 sull’attuazione dei Lea nelle otto regioni in Piano di rientro o commissariate. Sotto la soglia minima troviamo Calabria, Molise, Puglia, Sicilia e Campania. Tutte regioni del meridione in cui, esclusa la Calabria, le performance sanitarie sono addirittura peggiorate rispetto al 2014. Preoccupa soprattutto la Campania, spiega Lorenzin, dove il calo è stato di 40 punti. Attualmente il punteggio della regione è 99, a fronte del minimo necessario fissato a 160.

“In troppe regioni ci sono molte difficoltà nel potenziamento della assistenza territoriale”, ammette il ministro nella sua intervista all’Ansa. “In particolare – continua – nell’assistenza domiciliare, nel numero dei posti letto per assistenza residenziale, nell’assistenza ai disabili, nelle coperture vaccinali, nello screening del tumore a colon-retto, mammella e cervice uterina”. E se questa è la situazione dal punto di vista della qualità del servizio, le cose migliorano solo leggermente dal lato economico. I conti delle otto regioni inserite nel piano o commissariate sono sì migliorati, “ma ancora troppe non vanno in rosso solo grazie alle coperture, ovvero all’aumento delle aliquote fiscali previste dai piani di rientro o a risorse proprie di bilancio”, spiega Lorenzin.

Il disavanzo, senza le famose coperture, di Piemonte, Abruzzo, Puglia e Sicilia (le regioni in Piano di rientro) e di Molise, Campania, Calabria e Lazio (quelle commissariate) “è sceso dai 427,4 milioni di euro del 2015 ai poco più di 300 milioni del 2016, sulla base dei dati provvisori”, vuole sottolineare il ministro. “Il Lazio nel 2015 ha chiuso in pareggio solo grazie alle coperture fiscali, anche se in realtà la Regione aveva un disavanzo strutturale di 332,6 milioni, sceso nel 2016 a 163 milioni. Ma nel 2016 – ammette allo stesso tempo Lorenzin – in rosso ci sono anche il Molise con -17 milioni, Calabria (-55), Abruzzo (-23) e Puglia (-49)”.

Fatto il punto della situazione, il ministro avanza la sua proposta per il “superamento” dell’attuale modello. “I commissariamenti come li abbiamo immaginati fino ad oggi hanno mostrato molte lacune sul fronte dell’erogazione delle cure”. “Possiamo per esempio – spiega Lorenzin – ridare alle regioni la capacità decisionale completa, senza alibi. Ma noi come stato centrale dovremmo tempestivamente intervenire commissariando le singole aziende sanitarie a fronte di standard bassi di erogazione dei servizi sanitari ai cittadini”. Questo vorrebbe dire che “il direttore generale, amministrativo, sanitario lo decidiamo noi dando un tempo definito per la riorganizzazione della singola azienda ed esercitando poteri sostitutivi completi”, conclude il ministro.