Confronto a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il leader di Articolo Uno-Mdp, Pierluigi Bersani. “La grande sfida di Bersani e del suo nuovo partito” – osserva Scanzi – “è quello di convincere coloro che si sono allontanati dal Pd, almeno 4 anni fa. E’ difficile, però, che la strategia di Bersani possa funzionare, ma è plausibile. Grillo, al di là dei suoi toni, che sono quasi sempre discutibili, ha ragione quando dice che il Pd ha dilapidato larga parte del suo consenso e ha sottovalutato sistematicamente, come forse anche Bersani nel 2013, la forza, l’entità e la durevolezza del M5s. E infatti Bersani a Cremona, nel 2013, disse: ‘Non sono mica matto a fare un’alleanza col M5s’“. La firma del Fatto esprime la sua solidarietà all’ex segretario Pd per essere stato costretto ad andarsene dal suo partito e aggiunge: “Ho una perplessità: nel 2017 lei è sicuro che ci siano tutti questi elettori con un M5s al 30% , con una classe dirigente composta da figura magari non preparate, ma percepite addirittura carismatiche, da Appendino a Di Battista? Lei è convinto di essere attrattivo, avendo accanto D’Alema, Scotto, Speranza e portando un’idea nobilissima di politica, che però rischia di essere percepita come anacronistica e superata dagli eventi?”. “Un po’ di età ce l’abbiamo” – risponde Bersani – “ma sta a noi sforzarci di non apparire anacronistici. Parleremo di lavoro e di democrazia, torneremo ai fondamentali, come suggerisce il nome del nostro movimento. Ci consideriamo sfidanti competitivi col M5s. Io conosco tanta gente, che definisco ‘mia’ e che ha votato M5s. E sta venendo alle assemblee che stiamo facendo“. Bersani poi critica alcuni aspetti del movimento di Grillo, dal concetto di democrazia diretta alla posizione sui temi sociali
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