Sospesi per aver esposto cartelli in Aula contro i vitalizi durante il question time del 22 marzo scorso (in diretta tv) e per aver tentato di fare irruzione nell’Ufficio di presidenza della Camera quando è stata votata la mozione Pd per le pensioni dei parlamentari e bocciata quella dei 5 stelle. Quarantadue deputati M5s sono stati sanzionati per le proteste e, divisi in tre scaglioni, non potranno partecipare ai lavori d’Aula per un periodo che varia dai 10 ai 15 giorni ciascuno. “Si è trattato”, è la motivazione, “di un fatto senza precedenti e di assoluta gravità, costituendo un serio attentato al libero dispiegarsi del confronto e del funzionamento delle istituzioni”. Tutti, al termine dell’Ufficio di presidenza, hanno votato a favore ad eccezione di Riccardo Fraccaro, unico del M5s presente come da regolamento. “Si è trattato”, hanno dichiarato, “di un fatto senza precedenti, di una gravità assoluta e con modalità aggressive. Quattro assistenti della Camera, tre donne e un uomo, sono dovuti ricorrere alle cure mediche dopo il tentativo di forzare il cordone davanti l’Ufficio di presidenza”. In contemporanea alla votazione sui provvedimenti disciplinari, i 5 stelle hanno organizzato un flash mob davanti a Montecitorio. “Per me è un onore”, ha commentato il deputato Alessandro Di Battista. “Sono stato espulso dagli stessi che hanno salvato Minzolini”.
Non è la prima volta che i 5 stelle sono oggetto di sanzioni disciplinari per il loro comportamento in Aula (il caso più famoso furono le proteste contro il provvedimento Imu-Bankitalia a inizio 2014). Nel dettaglio sono previsti quindici giorni di sospensione ai 19 parlamentari che hanno cercato di entrare nell’Ufficio di presidenza, cinque alle 17 persone che si sono radunate fuori, dieci per i 29 che erano in Aula sui propri banchi, ma avevano esposto i cartelli, dodici per i quattro che hanno abbandonato il loro posto per protestare sotto la Presidenza. Alcuni dovranno pagare una “doppia sanzione”, perché protagonisti sia delle proteste a Montecitorio che in Ufficio di Presidenza. La sospensione avverrà in tre fasi: un primo gruppo da 14 verrà fermato da giovedì 6 aprile, il secondo da mercoledì 17 maggio, il terzo da giovedì 22 giugno.
I 5 stelle, in contemporanea, hanno organizzato un flashmob davanti alla Camera per mostrare i volti dei deputati che fanno parte dell’Ufficio di presidenza della Camera: quelli che oggi hanno sanzionato i colleghi, gli stessi, che hanno bocciato la proposta di delibera per “equiparare le pensioni dei deputati a quella dei normali cittadini”. “Si tengono la pensione” hanno protestato i deputati del Movimento. “Alcuni dei nostri”, ha dichiarato il deputato M5s Luigi Di Maio, “sono stati puniti solo perché sostavano fuori l’Ufficio di Presidenza per sapere cosa avessero votato queste persone. Come al solito chi si prende la pensione è anche colui che dice di aver difeso la democrazia e l’indipendenza dei politici, chi combatte contro le pensioni viene punito anche con 15 giorni di sospensione”. E ha concluso: “Per noi non è una preoccupazione. Questi 15 giorni li utilizzeremo per girare meglio l’Italia e raccontare le schifezze che si votano qui dentro”. La presenza dei 5 Stelle in Aula per il voto sul biotestamento, ha spiegato Di Maio, non sarà condizionata dalle sanzioni: “Su quello abbiamo chiesto di sfalsare le sospensioni in moda tale da garantire la votazione”.
Il deputato Alessandro Di Battista ha detto che per lui aver ricevuto la sospensione è un onore: “Sono stato espulso per 15 giorni dalla Camera dei deputati per aver protestato contro i vitalizi e contro le pensioni d’oro dei parlamentari. Le nostre azioni, forti ma assolutamente non violente, ci permettono di far capire al Paese il livello di oscenità che si consuma all’interno del Parlamento. Per me è un onore essere sanzionato dagli stessi che salvano i condannati come Minzolini. Ovviamente sfrutterò la sanzione per girare tutta l’Italia. Lorsignori non hanno ancora capito che provando ad indebolirci in realtà ci rafforzano”. Ha anche attaccato il dem Roberto Giachetti: “Fa gli scioperi della fame per le leggi elettorali e poi quando si tratta di applicare un principio normale, ovvero la legge Fornero per i parlamentari attualmente in carica, vota in maniera contraria. Anche lui si abbassa a un livello osceno di propaganda quando tagliano qualche spicciolo di vitalizio: buffonate per ottenere qualche titolo e andare in giro a far credere ai cittadini che si sono occupati di vitalizi. Sono veramente ipocriti”. La replica del deputato Pd è arrivata poco dopo: “Che Di Battista denigri il metodo nonviolento delle mie lotte non stupisce. Loro fanno politica spendendo in infermeria quattro commessi”.
Questi i deputati sospesi per 15 giorni: Bianchi, Brescia, Brugnerotto, Castelli, Dall’Osso, De Lorenzi, De Rosa, Dell’Orco, Della Valle, Di Battista, Di Benedetto, Dieni, Gallinella, L’Abbate, Nesci, Sorial, Toninelli, Vacca. Questi coloro sospesi per 5 giorni: Basilio, Battelli, Carinelli, Caso, Cozzolino, D’Ambrosio, Dadone, D’Incà, D’Uva, Frusone, Grillo, Liuzzi, Lorefice, Parentela, Spadoni, Simone Valente, Zolezzi. Stop di 10 giorni per: Alberti, Basilio, Brescia, Brugnerotto, Cancellieri, Cariello, Caso, Castelli, Dadone, Dall’Osso, D’Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Dell’Orco, Di Benedetto, Dieni, D’Incà, D’Uva, Fantinati, Frusone, Gagnarli, Grillo, Liuzzi, Mazzana, Nesci, Parentela, Spadoni, Vallascas, Zolezzi. Dodici giorni a: Sorial, Vacca, Simone Valente e Labate. I più colpiti sono dunque Sorial, Vacca e L’Abbate con 27 giorni complessivi.