CLASSE ZETA di Guido Chiesa, con Andrea Pisani, Alessandro Preziosi, Greta Menchi. Italia 2017. Durata: 90’ Voto: 2,5/5 (AMP)

L’Italia è un’eccellenza in materia di scuola dell’obbligo. Il fatto, innegabile e di recentissima cronaca, non coinvolge ciò che accade nelle aule degli over 14, che più o meno scelgono di continuare gli studi. Qui accade, spesso, che  “la scuola italiana non sviluppa i talenti come dovrebbe”, complici prof & studenti assai motivati affinché l’anomalia prosegua indisturbata. Sintomatici sono i ragazzi della quinta scientifico “H”, fuori-usciti forzati dalle altre sezioni per un perfido disegno del preside determinato a bocciarli tutti, a prescindere. È qui che ha radunato i diversamente problematici, dagli sciroccati ai teppisti, dagli ossessivi alle fashion victim svuotate di neuroni: un’inclusione di esclusi dalla calma apparente che tanto soddisfa l’apatia dirigenziale. A loro capita per caso un giovane sognatore, un novello prof di lettere modellato sulla sceneggiatura de L’attimo fuggente: per lui una sfida, per i ragazzi un nuovo malcapitato.. ma fino a un certo punto. È da tale incontro che la famigerata Classe Zeta inizia a sviluppare una sorta di autocoscienza, ovviamente a modo proprio. Peccato l’avventura nella giungla liceale italiana 2.0 sia solo parzialmente riuscita al bravo Guido Chiesa, sempre capace di ascoltare prima di esprimere. Gli studenti da lui filmati, infatti, parlano il linguaggio preciso di quelli reali, di coetanei che alla proiezione ad hoc loro indirizzata si sono specchiati con larghe risate. Una maggiore attenzione a raffinare l’impianto registico e drammaturgico non avrebbe guastato “l’impresa”, che comunque gode di un suo pubblico.