“Nessun candidato all’Eliseo evocherà la questione mafia. Eppure la mafia francese è potentissima. Penso, per esempio, a quella presente in Corsica. Ma chi pensano che invii i carichi di droga nelle banlieue? Eppure nessun candidato per le presidenziali in Francia introdurrà la questione nel dibattito”. Queste le parole di Roberto Saviano alla Maison de la Poésie di Parigi, in occasione del Festival di Letteratura e Cultura italiana, “Italissimo“, in programma dal 29 marzo al 2 aprile.

“E’ complicatissimo – ha spiegato Saviano – perché i francesi sono convinti di non avere la mafia. E’ complicatissimo, perché qui la mafia non ha mai ucciso. Nessuno lo dirà mai, nemmeno ora, nel dibattito presidenziale, nessun candidato, compreso quello della gauche (la sinistra, ndr), farà mai la minima allusione. Prendete, per esempio, Marine Le Pen: parla di immigrazione, non una parola sulle organizzazioni criminali, forse nemmeno sa che esistono… Pensate che in Corsica la mafia si chiama “Brise de mer”, “Brezza di mare”, neanche un nome così è servito a catturare l’attenzione dei giornali”. Così l’autore di “Gomorra” ha criticato tutti i candidati alle prossime elezioni transalpine colpevoli, a suo dire, di non aver “intenzione di parlare di mafia”. Le presidenziali si terranno il 23 aprile (primo turno) e il 7 maggio (secondo turno). Secondo i sondaggi il favorito, al ballottaggio, è Emmanuel Macron di En Marche! che sconfiggerebbe Marine Le Pen del Front National.

Dinanzi al pubblico della Maison de la Poésie lo scrittore, da anni sotto scorta, ha osservato che in Francia “la cultura antimafia non si è mai sviluppata”, anche perché “non ci sono mai stati grandi fatti di sangue, come l’uccisione di un prete o di un magistrato”. In realtà almeno un giudice francese è stato certamente assassinato dalla criminalità organizzata, Pierre Michel, ammazzato a colpi di pistola a Marsiglia il 21 ottobre 1981. Michel indagava sulla French connection, un grande traffico di eroina fra Stati Uniti e Francia che coinvolgeva appunto la mafia corsa.

Eppure, ha continuato Saviano, le filiere transalpine sono “diventate fondamentali, tra Francia, Africa e Sudamerica, non solo traffici di droga, ma anche coltan – la sabbia nera usata per la produzione dei telefonini – e i diamanti”.

Lo scrittore ha infine parlato della differenza tra Parigi e Roma su come viene affrontato il tema delle criminalità organizzata. “In Italia, per la nostra storia, abbiamo pagato il più alto tributo di sangue, la mafia la raccontiamo, in Francia niente, appena un film, ‘Il Profeta’“. Per questo, ha concluso lo scrittore, “compito di noi italiani è aiutare anche gli altri a parlarne”. Oltre a Saviano partecipano al Festival autori come Alessandro Piperno, Giancarlo De Cataldo, Sandro Veronesi, Erri De Luca, Zerocalcare e Pietro Grossi.

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