Confronto a L’Aria che Tira (La7) tra il manager Chicco Testa e il direttore dell’Espresso, Tommaso Cerno, sulla Tap, il gasdotto che porterà il gas naturale dal mar Caspio alle coste italiane. “Questo è un grande progetto” – osserva Testa – “perché ci consente di portare 9 miliardi di metri cubi di gas e l’impatto ambientale è praticamente zero. Si protesta per questi famosi 200 ulivi. In Puglia ce ne sono 60 milioni e negli anni passati sono stati esportati migliaia e migliaia di ulivi secolari verso le ville della Brianza, pagati 4-5mila euro cadauno e nessuno ha mai detto niente”. Poi accusa: “Il Sud non è abbandonato, ma si è auto-abbandonato per larghe parti. La Puglia 10 anni fa ha cancellato un investimento importantissimo nel porto di Brindisi, ora fa l’opposizione a questo progetto e quando si farà il collegamento alta velocità tra Napoli e Bari, vedrete quante ne salteranno fuori. Io ho fatto il presidente dell’Enel per 6 anni” – continua – “e non ho mai avuto un problema autorizzativo al Centro-Nord Italia, ma per fare la linea elettrica di collegamento tra la Campagna e la Puglia ci son voluti 20 anni per le solite cose: comitati locali, ricorsi al Tar, consigli di Stato”. Cerno annuncia l’inchiesta sulla Tap nel prossimo numero dell’Espresso e obietta: “Dobbiamo cominciare a capire cosa è veramente questa Tap. Il problema non è dato certamente dagli ulivi, ma dai criminali che da anni ci stanno mangiando sopra. Spieghiamo chi sono le persone dietro questo progetto hanno guadagnato già un sacco di soldi, quali sono le loro pendenze penali. Altro che 20 anni autorizzativi, qui sono 20 anni di galera a testa“. E aggiunge: “Come mai qui in Italia si parla di ulivi e non di chi c’è dietro, di come nasce questo progetto, delle società svizzere finte che l’hanno fatto partire con delle strutture finanziarie che non avrebbero consentito di aprire una salumeria e che oggi sono passati nelle mani di amici di oligarchi di mezzo pianeta? Vanno analizzati tutti gli affari internazionali” – continua – “e ovviamente in Italia ricompaiono tutti i soliti personaggi che abbiamo visto nei peggiori momenti della storia di questo Paese, soprattutto del Sud. Il problema degli ulivi è sacrosanto dal punto di vista ambientale, ma è una goccia insignificante nel disastro di ignoranza che questo Paese ha in maniera dolosa, perché la politica protegge tutto questo con interessi precisi“