Lo ha dichiarato il numero uno dell'azienda italo-americana in un'intervista rilasciata alla rivista ufficiale della Fia, sottolineando l'importanza di elettrico e ibrido per il Cavallino e la necessità per Alfa di tornare al posto che le compete. Entro il 2020, poi, la guida autonoma sarà realtà, e per questo la collaborazione già avviata con Google potrebbe essere ampliata
Dalla Formula Uno alla Formula E, dalla Ferrari all’Alfa Romeo passando per la guida autonoma. E’ un Marchionne (quasi) a tutto tondo quello intervistato da Auto, la rivista ufficiale della Fia (Federazione Internazionale d’Automobilismo), dopo il primo posto di Vettel nel gran premio d’Australia a Melbourne la scorsa settimana.
Una vittoria che ha corroborato le ambizioni di rilancio della Rossa, ma ha anche dato agio al numero uno di FCA per parlare di futuro. Un futuro che strategicamente diventerà sempre più “verde”, vista la volontà di partecipare al campionato di Formula E, ovvero la competizione riservata alle vetture elettriche nata nel 2014 per volontà di Jean Todt: “abbiamo bisogno di essere coinvolti nella Formula E, perché l’elettrico via ibrido sta per diventare parte del nostro futuro. L’ibrido è fondamentale per la Ferrari”, ha spiegato Marchionne.
Una dichiarazione d’intenti chiara, in favore di un evento che sta pian piano catalizzando l’attenzione degli appassionati di sport motoristici. Se non altro perché le vetture da competizione a batteria corrono su circuiti cittadini di tutto il mondo (Buenos Aires, New York, Montreal, Parigi, Principato di Monaco e forse in futuro anche Roma): una pubblicità a cui è difficile restare indifferenti, e nondimeno la possibilità di dimostrare che l’elettricità può andare tranquillamente a braccetto con le prestazioni.
Oltre che orientare la prua verso un campionato dove già gareggiano altri marchi importanti (Audi, Jaguar, Renault, Citroen e Ds, più la Bmw dal 2018) come la Formula E, il manager italo canadese ha anche riacceso (ove mai fosse sopito) il desiderio degli appassionati di vedere l’Alfa Romeo di nuovo in Formula Uno: “in questa fase non so quanto è probabile che succeda, ma credo fermamente che quello è il posto dove questo marchio dovrebbe essere. “Non è un segreto”, ha aggiunto poi riferendosi al piano di rilancio del brand partito con Giulia e Stelvio, “che l’Alfa sia uno dei progetti in cui sono maggiormente coinvolto, sia dal punto di vista operativo che da quello emotivo. E non solo per l’ineguagliabile valore del brand o per le opportunità di business che rappresenta”.
Un business che, in conclusione e sempre guardando al futuro, non può non tener conto dell’altra grande tendenza a cui il mondo dell’auto si avvia, oltre all’elettrificazione: la guida autonoma. “Sarà realtà entro il 2020″, ha detto Marchionne, “ecco perché la buona esperienza fatta con Google (a cui FCA ha inizialmente fornito 100 van Chrysler Pacifica per la sperimentazione, ndr) potrebbe essere ampliata. Vogliamo continuare questo rapporto”, per capire quali saranno gli sviluppi della tecnologia self-driving. Anche se, precisa il numero uno di FCA, la piattaforma di Big G “può essere una soluzione, ma non l’unica”.