di Federica Pistono *
Nella cornice de Le mille e una notte, Shahrazad intrattiene Shahryar per dissuaderlo dall’idea di ucciderla, così come ha assassinato tutte le donne che ha sposato prima di lei. Il tema del delitto d’onore non è certamente nuovo nella letteratura araba. Molti scrittori hanno affrontato nelle loro opere questa difficile problematica che interessa da vicino anche la società europea nell’attuale forma del femminicidio.
Il tema del delitto d’onore è stato trattato dallo scrittore iracheno Fuad al-Takarli che, nelle sue opere, ha spesso illustrato argomenti connessi alle problematiche sociali, quali l’incesto, il ripudio, la violenza domestica. Temi sensibili che l’autore ben conosceva grazie alla sua professione di magistrato, sempre a contatto con le realtà più crude e gli strati più deboli della popolazione. Nell’opera L’altro volto (Jouvence, 2005, trad. S. Triulzi, a cura di I. Camera D’Afflitto), illustra gli aspetti drammatici della realtà familiare irachena, specialmente nell’ambito rurale, denunciandone l’arretratezza, la brutalità e i pregiudizi. Al delitto d’onore dedica il racconto Il forno (contenuto in L’altro Mediterraneo. Antologia di scrittori arabi del Novecento, a cura di V. Colombo, Mondadori, 2004), imperniato sul tema dell’onore nella società rurale. Un uomo dichiara al tribunale, che sta indagando sull’omicidio di una donna, di aver ucciso la vittima, moglie di suo fratello, perché quest’ultima tradiva il marito, infangando così l’onore dell’intera famiglia. Il delitto si rivela in realtà un inganno ordito dal protagonista, che ha ucciso la cognata innocente non per lavare l’onore ma per schermare se stesso dall’accusa di aver circuito una delle donne della famiglia.
Sul delitto d’onore è incentrato il romanzo Case dietro gli alberi dell’egiziano Muhammad al-Busati (Sperling&Kupfer, 1997, trad. B. Longhi), ambientato nella campagna egiziana. Un marito scopre il tradimento della moglie e, secondo la tradizione, decide di uccidere la donna e il suo amante. Rinchiusa in casa la moglie, il protagonista esce alla ricerca dell’amante. La donna è una profuga, costretta in passato ad abbandonare, a causa della guerra con Israele, le rive del Canale di Suez e a trasferirsi nel cuore dell’Egitto rurale. Non è solo l’adulterio a scatenare la gelosia, l’invidia e la perfidia dei vicini, ma anche la bellezza della donna, considerata un’intrusa venuta a turbare la serenità del paese. Nel frattempo, però, un fatto inaspettato viene a sconvolgere quello che sembra un finale scontato: il marito perde la voglia di punire gli adulteri, anche se la società sembra quasi costringerlo a lavare l’onta. Cosa gli impedisce di compiere la vendetta? La pietà verso la moglie, il rifiuto di subire la pressione sociale, il desiderio di decidere personalmente della vita propria e altrui, la pigrizia? L’autore lascia la risposta al lettore, in questa storia di un delitto mancato. Un romanzo realistico, in cui al-Busati dipinge la campagna egiziana e la sua gente, un ambiente in cui il concetto di onore e le tradizioni popolari somigliano a quelli di tanti altri paesi e villaggi intorno al Mediterraneo.
La condizione femminile in Yemen, in una società in cui il maschilismo si manifesta attraverso abusi che dalle molestie si spingono fino allo stupro e all’assassinio, è una delle tematiche che attraversano il romanzo dello yemenita Wajdi al-Ahdal, Un asino in mezzo ai suoni (Poiesis Ed., 2010, trad. F. De Angelis). Il romanzo, ambientato in una immaginaria città dello Yemen, ci presenta la figura di Thaira, una giovane studiosa infelicemente sposata a un anziano deputato. La donna è afflitta da un incubo ricorrente: un uomo mascherato la segue brandendo un pugnale, la raggiunge dopo un angoscioso inseguimento, infine la sgozza senza pietà. A questo punto la donna si sveglia dall’incubo, che si rivela, in realtà, un sogno premonitore di ciò che realmente accadrà. L’autore presenta una storia colma di tensione, fondendo il tema della condizione della donna yemenita, stretta tra maschilismo conservatore e desiderio di emancipazione, con quelli della crisi politica del paese e del fondamentalismo religioso.
Il tema del delitto d’onore è affrontato anche nel romanzo del saudita Abdo Khal, Le scintille dell’inferno (Atmosphere Libri, 2016, trad. F. Pistono). In questo caso non è un marito tradito a uccidere la moglie, ma un padre a massacrare la figlia, rea di aver macchiato l’onore del clan. Dopo averla portata dalla città di Gedda al villaggio da cui proviene la famiglia, l’uomo pugnala la ragazza e la seppellisce in segreto nel deserto. Ai familiari racconta di aver dato in sposa la figlia a un cugino. La verità viene a galla solo dopo vent’anni, quando il padre, in punto di morte, confessa alla moglie l’orrendo delitto.
La letteratura si rivela, ancora una volta, uno specchio della realtà.
* traduttrice di romanzi di letteratura araba