Cronaca Nera

Caltagirone, uccide la compagna e si costituisce. Lei prima del delitto su Fb: ‘Noi insieme appassionatamente’

Salvatore Pirronello ha accoltellato la convivente, Patrizia Formica, poi ha confessato. Lei sui social poco prima aveva scritto postando le loro foto: "Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro, le persone che amo sono accanto a me può anche arrivare il diluvio io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti"

Ancora una donna uccisa per mano del compagno. A Caltagirone (Catania) un 53nne, Salvatore Pirronello, ha accoltellato la convivente, Patrizia Formica, di 47, e poi si è costituito nella caserma dei carabinieri confessando il delitto. Non si conosce ancora il movente: l’uomo avrebbe detto di essere stato colto da un raptus omicida. Il delitto è avvenuto nella loro casa dove vivevano da soli in via Palatini. La coppia viveva insieme da alcuni anni. Il delitto sarebbe stato commesso intorno alle 5.  La donna non si sarebbe accorta di quanto stava per accadere. Nell’appartamento sono presenti militari del reparto Scientifico dell’Arma del comando provinciale di Catania. La Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In un post su Facebook la donna aveva scritto: “Noi insieme appassionatamente. Buongiorno a tutti. Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro, le persone che Amo sono accanto a me può anche arrivare il diluvio io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti”. Per poi aggiungere: “Noi insieme, bellissima domenica” e “il pomeriggio continua in compagnia delle persone a cui voglio bene”. Post accompagnati da foto e filmati della coppia, parenti e amici. Fino a conclusione della domenica: “Bellissima giornata trascorsa in ottima compagnia e all’insegna del divertimento assoluto”.

Due giorni fa intervenendo al convegno di Forlì degli ordini degli avvocati romagnoli, il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva fornito i dati di una ricerca estesa a tutti i casi di omicidio preterintenzionale che vedono come vittime le donne. L’analisi statistica è basata sulle circostanze che emergono dalla lettura delle sentenze. “Ebbene: – ha sostenuto il ministro – su 417 casi di sentenze esaminate nell’arco temporale che va dal 2012 al 2016, 355 ossia l’85% dei casi sono classificabili come femminicidio. Sono cioè donne uccise da uomini in quanto donne“.  

“La distribuzione geografica – ha proseguito Orlando – è sostanzialmente omogenea, la nazionalità conferma la prevalenza di soggetti italiani, gli stranieri sono coinvolti nel 25% dei casi come autori e nel 22,4% come vittime. Nel 55,8% dei casi tra autore e vittima esisteva una relazione sentimentale. Se aggiungiamo una relazione di parentela raggiungiamo il 75% dei casi in cui la vittima viene uccisa in un ambiente familiare, teoricamente in un ambito protetto e sicuro che spesso invece si rovescia nel suo contrario, ma quello che più colpisce sono le modalità con cui viene commesso il delitto. Non siamo solo in presenza di esecuzioni rapide con armi da fuoco, – ha aggiunto Orlando – ma spesso di casi in cui l’uomo sfoga sulla donna una furia inaudita. Quasi mai i colpi inferti sono uno o due, spesso c’è un accanimento e spesso la morte arriva dopo una violenza brutale compiuta a mani nude o con qualunque mezzo a portata di mano”.