Per molti dirigenti il congresso non può permettersi di mostrare un partito con fazioni contrapposte e divisioni, con salviniani da una parte e bossiani dall’altra, visto che arriva poco prima delle amministrative dell’11 giugno,. Secondo qualcun'altro, invece dovrebbe tenersi subito dopo il voto
Un congresso soft senza sfidanti per Matteo Salvini alla vigilia delle amministrative. È questo l’obiettivo della Lega che si è data appuntamento per il 21 maggio prossimo, in una località ancora da definire e da scegliere tra il Veneto e la Lombardia. “La Lega va a congresso per prepararsi alle elezioni politiche che speriamo ci siano il prima possibile. È un congresso di rilancio e rafforzamento, sarà un grande momento di ascolto di tutti i militanti. Sono pronto a girare provincia per provincia prima del congresso”, ha annunciato Salvini, nel corso della riunione odierna del consiglio federale, massimo organo decisionale del Carroccio. Il segretario della Lega ha precisato che la decisione sulla data è stata presa dal consiglio federale su proposta dello stesso Salvini. Una settimana prima del congresso, e quindi il 14 maggio, ci saranno invece le primarie nelle segreterie provinciali.
L’obiettivo è puntare ad un congresso senza sfidanti per il segretario uscente. Secondo l’agenzia Adnkronos in tanti, all’interno del partito, pensano alla riconferma di Salvini. Arrivando poco prima delle amministrative dell’11 giugno, infatti, il congresso non può permettersi di mostrare una Lega con fazioni contrapposte e divisioni, con salviniani da una parte e bossiani dall’altra. Al contrario è opinione diffusa che l’occasione del congresso vada ben utilizzata, anche mediaticamente, evitando boomerang pericolosi.
Non è un caso, che oggi Salvini si è preoccupato di spiegare come “lo Statuto del partito non verrà toccato“, restando nero su bianco nel testo-guida del Carroccio, l’obiettivo del raggiungimento dell’indipendenza della Padania. Rassicurazioni del segretario che sono state immediatamente salutate con favore da Umberto Bossi e suggellate da una plateale stretta di mano tra il Senatur e Salvini, come non avveniva da tempo.
Per altri dirigenti leghisti, invece, il congresso dovrebbe tenersi subito dopo il voto amministrativo. Perché – è questo il ragionamento – potrebbe essere quella l’occasione migliore per analizzare il risultato elettorale, e soprattutto, per verificare se la leadership di Salvini e la linea politica sovranista siano vincenti. Mettendo in campo eventuali correttivi e cambi di linea.
Pro e contro, che verranno sciolti lunedì prossimo, quando i vertici leghisti si riuniranno per la decisione definitiva su quando e dove si farà il primo congresso da quando Salvini è segretario.