Il Club della Via Lattea di Bart Moeyaert, edito da Sinnos. Siamo in una di quelle estati in cui tutto sembra fermarsi, vento compreso. I fratelli Oscar e Max, insieme alla loro amica Emma, cercano disperatamente un modo di passare il tempo.
Decidono quindi di fondare un circolo estivo, un modo come un altro per dare al muretto di ogni giorno un tono diverso, nell’attesa che accada qualcosa che dia un senso alle pigre giornate e alla ripetitività dei gesti dei passanti. L’inquietudine che permea i loro pensieri verrà piano piano a delinearsi come causata da problemi familiari concreti, che il lettore scoprirà una pagina alla volta.
Il modo in cui essi esorcizzeranno i loro pensieri, amplificati dalla noia, sarà quello di scommettere su chi, tra l’anzianissima Nancy e il suo vetusto bassotto Jekyll, il cui passaggio quotidiano segnala l’approssimarsi del vespro, verrà a mancare per primo. Solo che il giorno dopo non passa nessuno dei due. I protagonisti, quasi in attesa di un Godot su misura, si approcciano alle dinamiche concrete della vita in quel momento nel quale concetti come distanza, separazione e morte finiscono per chiarirsi attraverso il confronto (e il conforto) che solo gli amici della giusta estate possono dare. Un attimo prima di diventare grandi. Da leggere verso i dodici anni.