Il sottosegretario prova a smontare la tesi del sindaco del capoluogo piemontese, ma sia l'ex primo cittadino Piero Fassino che l'attuale ministro Delrio la smentiscono. Non è la prima volta che le due si scontrano sulla questione dei rimborsi
Secondo round di una sfida tra prime donne con lo stesso identico copione. Chiara Appendino fa un annuncio, Maria Elena Boschi le risponde dagli studi di SkyTg24, minacciando che no, Torino non avrà soldi da Roma. Era successo tra i due turni delle elezioni amministrative ed è successo di nuovo domenica. Questa volta oggetto della contesa sono i 61 milioni di euro che la sindaca M5s reclama dal governo come compensazione dei fondi di Ici e Imu non incassati negli ultimi anni. “La sindaca sa che il governo ha un confronto con il Comune e che i 61 milioni non sono dovuti al Comune di Torino che – ha detto la sottosegretaria – come altri comuni, ha in qualche modo ottenuto le risorse dovute, attraverso un accordo con l’Anci”.
“Non lo dice Chiara Appendino che quei 60 milioni spettano a Torino, ma due sentenze, una del Tar e l’altra del Consiglio di Stato – le ha risposto l’esponente del Movimento 5 stelle – Il Governo dovrebbe avere con le amministrazioni locali un rapporto istituzionale e non legato all’appartenenza politica, cosa che dalle dichiarazioni di Boschi mi sembra che non avvenga per Torino”. Poi ha rivolto un appello “affinché tutta Torino si unisca a noi in questa battaglia che è una battaglia per la nostra comunità e per tutti i torinesi”. E al suo appello, infatti, si sono uniti subito molti rappresentanti delle istituzioni culturali (e anche dell’establishment torinese) che contano su quei fondi da Roma per poter ottenere parte di soldi (5,8 milioni di euro) tagliati al settore nel bilancio preventivo 2017 della città: Teatro Regio, Teatro Stabile, Fondazione Torino Musei, Museo del cinema e Museo egizio, enti guidati da quegli esponenti del “Sistema Torino” una volta tanto inviso ad Appendino.
Quella di ieri non era la prima volta che tra la renziana e la grillina litigavano a distanza. Il 12 giugno scorso, a cavallo tra il primo e il secondo turno delle elezioni amministrative, dallo studio del programma di Maria Latella (lo stesso di ieri) l’allora ministro delle Riforme del governo Renzi aveva dichiarato: “Se vince Appendino, Torino perde 250 milioni stanziati dal governo per creare il Parco della salute”. Erano i fondi destinati alla città per il nuovo polo ospedaliero osteggiato dal Movimento 5 Stelle, un progetto che – stando a quanto dichiarato dalla candidata M5s in quei giorni – sarebbe dovuto cambiare. Anche a quelle dichiarazioni Appendino aveva replicato usando quasi gli stessi argomenti: “Mi preoccupano le affermazioni della Boschi, che dice che se vincono i 5Stelle non arriveranno i finanziamenti. Mi pare che il Pd tratti i soldi dei cittadini come se non fossero dei cittadini”. A gettare acqua sul fuoco fu Piero Fassino, sindaco uscente in cerca di una riconferma: “Non credo assolutamente sia nelle intenzioni del ministro Boschi qualsiasi atteggiamento di questo genere”. E ieri Fassino è dovuto intervenire di nuovo per smentire le parole di Maria Elena Boschi: “Che la città di Torino abbia il diritto di veder restituite somme indebitamente trattenute dallo Stato lo hanno stabilito due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato”, esiti del ricorso amministrativo fatto dalla sua amministrazione. Poi ha aggiunto che “non avendo tuttavia quelle sentenze definito l’ammontare, la modalità di restituzione non potrà che derivare da un confronto tra l’amministrazione comunale e il governo”. Un richiamo al dialogo è arrivato anche il ministro dei trasporti Graziano Delrio, ex presidente dell’Anci: “Per capire quale risarcimento potrà esserci bisognerà che si siedano e trovino un accordo – ha detto – Non so se siano giusti o sbagliati i 61 milioni richiesti. Il riconoscimento ufficiale di quell’istanza c’è stato, questo mi sembra chiaro”. Insomma, questa volta la Boschi non ha convinto neanche loro.