Misteriosi rumori, aumento dei consumi, difficoltà alla partenza, diminuzione della potenza e delle prestazioni fino ad arrivare a rotture salatissime da riparare: sono questi i difetti che lamentano molti utenti inglesi di vetture del gruppo Volkswagen coinvolte nel dieselgate dopo che le loro auto sono state richiamate in officina per essere “aggiornate”. Secondo quanto riporta il Guardian, per la casa madre le lamentele sarebbero ancora poche: tuttavia il malcontento aumenta (date un’occhiata a HonestJohn.co.uk).

Buona parte dei proprietari preferisce tenersi l’auto così com’è, frodata ma performante, specie ora che il Dipartimento dei Trasporti d’Oltremanica ha confermato che l’aggiornamento non è obbligatorio ed i proprietari che ne stanno alla larga non sono perseguibili: tuttavia molte officine autorizzate avrebbero proceduto all’aggiornamento delle vetture in fase di manutenzione senza chiedere il consenso dei proprietari. Inevitabilmente molti hanno perso fiducia nella marca tedesca e si preparano a cambiare bandiera. Nel frattempo oltre 35mila fra utenti VW inglesi e gallesi sono pronti alla class action contro la casa madre per ricevere risarcimenti simili a quelli garantiti ai proprietari americani.

Da noi è invece partita la campagna #PretendiGiustizia che punta a mobilitare contro il colosso tedesco i consumatori di Italia, Spagna, Belgio e Portogallo: iniziativa che nel nostro paese è gestita da Altroconsumo, che ribadisce l’esigenza di “risarcimenti per i proprietari di auto VW coinvolte negli scandali dieselgate e emissioni bugiarde”. In Europa i partner di Altroconsumo sono Ocu in Spagna, Test-Achats in Belgio, e DecoProteste in Portogallo, che insieme rappresentano più di 1 milione di cittadini. La filiale americana di Volkswagen USA, ricorda l’associazione dei consumatori italiani, “ha già deciso di risarcire i consumatori nordamericani con una cifra che va dai 5mila ai 10mila dollari per possessore auto. Non così per i consumatori in Europa che attendono giustizia, un risarcimento e dignità di ascolto”.

Questa settimana, spiega l’associazione, “il Parlamento Europeo ha un’opportunità unica, con il voto per approvare gli emendamenti proposti dalle organizzazioni dei consumatori alle Raccomandazioni che saranno prodotte a seguito dell’inchiesta sulla misurazione delle emissioni nel settore automobilistico (EMIS) e al Report IMCO sull’omologazione e vigilanza del mercato per le auto in Europa”. L’auspicio è che l’Europarlamento provi “in modo concreto la volontà di adottare una versione stringente di Direttiva sul car labelling e voler assicurare in caso di pratiche commerciali scorrette nel futuro, che i produttori auto siano responsabili per danni causati ai proprietari dei veicoli coinvolti”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Furti d’auto, nel 2016 sono diminuiti. Maglia nera a Campania, Lazio e Puglia

next
Articolo Successivo

Caselli autostradali, debuttano gli “ausiliari del pedaggio”. E fioccano le multe

next