Innanzitutto il congresso ha evidenziato la ricostruzione di una comunità politica orgogliosa di sé. Dopo 8 anni di vita al di fuori delle istituzioni parlamentari italiani, senza soldi e pressoché oscurati dai media, Rifondazione Comunista non solo c’è ma nel suo congresso ha segnalato una vivacità di dibattito e di esperienze concrete e una rinnovata unità nella costruzione del progetto politico. Il Congresso si è svolto in oltre 700 circoli che in tutta Italia, da Bolzano ad Agrigento, si sono riuniti, hanno discusso e votato sulla linea politica. Il documento firmato tra gli altri dal sottoscritto è risultato approvato con oltre il 70% dei voti e nel Congresso nazionale è stato accettato da tutti come la base su cui sviluppare l’iniziativa politica del partito.
In secondo luogo il congresso ha evidenziato con chiarezza un’analisi della crisi completamente opposta a quella degli altri poli politici presenti (centrodestra, centrosinistra, Movimento cinque stelle). E’ infatti abbastanza evidente che gli altri poli politici si dividono su mille cose ma non sull’essenziale dell’analisi della crisi: tutti accettano l’idea che i soldi non ci sono. Poi si dividono tra chi dice che i soldi se li mangiano i migranti (Lega e un po’ Grillo) che se li mangiano i politici (Grillo) o che se li sono mangiati le generazioni più anziane (Renzi). Ma questo non cambia nulla; tutti e tre questi poli politici sono interni al paradigma della scarsità che non fa altro che alimentare la guerra tra i poveri.
Viceversa noi pensiamo che non vi sia alcuna scarsità e che il problema è distribuire la ricchezza che c’è innanzitutto prendendola dalle tasche di chi ne ha troppa e contemporaneamente rivendicando il finanziamento del debito pubblico direttamente dalla Banca Centrale Europea. Noi pensiamo che occorre non solo redistribuire il reddito, redistribuire il lavoro e il potere ma anche dar vita ad un grande intervento pubblico in economia finalizzato alla riconversione ambientale e sociale dell’economia.
In terzo luogo il congresso ha ribadito la necessità di costruire un polo politico della sinistra di alternativa compiutamente alternativo agli altri poli politici presenti. Costruire un soggetto unitario della sinistra di alternativa che senza chiedere ad alcuno pentimenti, abiure o scioglimenti, sia in grado di coinvolgere il complesso delle forze politiche, sociali e culturali presenti la fine di dar vita ad un comune “spazio pubblico” di sinistra che possa essere attraversato da tutti e tutte coloro ritengono necessario costruire da sinistra l’uscita dalla crisi.
In quarto luogo il congresso ha ribadito la centralità nello sviluppo di Rifondazione Comunista verso il partito sociale. In questi anni abbiamo sviluppato una grande attività di solidarietà sociale concreta che ha positivamente cambiato il profilo del partito. Non solo analisi e lotte. Non solo propaganda. In questi anni abbiamo dato vita ai Gap (gruppi di acquisto popolare per garantire l’accesso ai generi alimentari a basso costo), abbiamo dato vita al “dentista sociale”, per garantire l’accesso alle cure odontoiatriche a basso costo, abbiamo partecipato con le aree di movimento alle Brigate di Solidarietà attiva che sono intervenute nel terremoto dell’Aquila come ad Amatrice e in tutte le alluvioni che in questi anni vi sono state in Italia. La logica è semplice: i comunisti e le comuniste non si limitano a predicare, rivendicare e lottare per il cambiamento, i comunisti e le comuniste operano concretamente affinché qui ed ora nessuno resti solo.
Da ultimo – ma non meno importante – al Congresso abbiamo cambiato il segretario. Dopo quasi 9 anni in cui ho fatto il segretario ho deciso di non ricandidarmi proponendo un cambio che si è concretizzato nell’elezione a segretario di Maurizio Acerbo. Il cambio del segretario è un investimento sul futuro: non ci sono “ultimi comunisti” abbarbicati alle loro poltrone ma un organismo vivo e pensante che in grande solidarietà e comunanza di vedute è in grado di rinnovarsi e di battersi per cambiare il mondo. Scusate se è poco.