La presidenza del Consiglio, attraverso l’avvocato dello Stato Gabriella Vanadia, ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo iniziato mercoledì mattina al Tribunale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari nell’ambito del caso Ruby Ter. Il processo è stato aggiornato al 3 luglio. Il difensore Federico Cecconi, che assiste l’ex Cavaliere assieme a Franco Coppi, ha commentato: “E’ sua facoltà, ne prendiamo atto, ma non ci cambia il processo”. La decisione è legata al fatto che il reato contestato comporta un danno al regolare andamento dell’amministrazione della giustizia.

Secondo l’accusa il leader di Forza Italia ha comprato il silenzio delle sue ex ospiti su ciò che accadeva a villa San Martino, pagandole un totale di 10 milioni di euro per essere reticenti o mentire durante il primo processo sul caso Ruby. Per questo lo scorso 28 gennaio è stato rinviato a giudizio dal gup di Milano Carlo Ottone De Marchi, che ha accolto la richiesta della Procura. La linea della difesa è che i soldi contestati come corruzione in atti giudiziari dati alle ragazze-testimoni sono stati solo “atti di generosità“. Dunque i difensori porteranno come testi altre persone che l’ex premier ha aiutato e un consulente della difesa che ha esaminato i suoi conti a partire dal 2005. Nell’udienza odierna, la difesa di Berlusconi ha depositato una lista di circa 80 testimoni tra cui compaiono nomi di personaggi noti della politica e del mondo dello spettacolo ma anche di persone comuni.

Il prossimo 3 luglio si svolgerà anche l’udienza del processo principale in cui il gup lo scorso ottobre ha rinviato a giudizio la stessa Ruby e altre 22 persone, tra cui 16 “olgettine”, imputate a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza e riciclaggio. I giudici potrebbero decidere di riunire di nuovo in un unico procedimento il processo principale e lo stralcio: la posizione di Berlusconi era stata stralciata dal procedimento principale ad ottobre dopo un ricovero in ospedale a New York per una serie di accertamenti.

Nel novembre 2014 la presidenza del Consiglio si è costituita parte civile contro Berlusconi e l’ex direttore de L’Avanti, Valter Lavitola, nel processo escort, anche in quel caso perché il reato contestato (rendere dichiarazioni reticenti e mendaci alla procura) aveva danneggiato l’amministrazione della giustizia, a maggior ragione perché Berlusconi, all’epoca dei fatti contestati, era presidente del Consiglio.

 

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