Un tempo se arrivavi tardi a scuola finivi dal preside o prendevi una nota. Dopo tre ritardi non giustificati scattava la sospensione. Ora a Nuoro, all’istituto “Ciusa” di viale Costituzione, chi non rispetta il suono della prima campanella non resterà con le mani in mano in attesa della seconda ora, ma si darà da fare per rendere più verde la scuola. Ecco le nuove sanzioni, quelle che in fondo, a detta del dirigente Franco Cucca, piacciono anche ai ragazzi.
Il tutto nasce dal progetto “Un milione di alberi” promosso dall’Ente Foreste sardo che ha realizzato un piano per contrastare i cambiamenti climatici e sensibilizzare la popolazione sull’importanza degli alberi, attraverso la messa a dimora di un milione di piante nel prossimo triennio. Ogni scuola ha fatto la sua parte. Oltre alla distribuzione di piantine ad ogni alunno e, oltre alla fornitura e messa a dimora di piante forestali da utilizzare per il recupero degli spazi verdi legati agli edifici scolastici, si sono realizzate anche delle giornate di educazione ambientale sulle tematiche dei cambiamenti climatici e del ruolo del bosco.
Anche l’istituto “Ciusa” ha aderito al progetto e sono arrivati 860 tra lecci, ginepri, arbusti e piante aromatiche che sono state piantumate nel retro della scuola. Un’esperienza che ha visto impegnati con gli addetti dell’Ente Foreste, più di cento ragazzi che per l’occasione si sono dati da fare per rendere più bella la loro scuola che oggi può vantare di essere la più “green” della città.
Restava un problema: “Come mantenere tutto ciò?”, si è chiesto il preside. La risposta è arrivata da una riflessione che coniuga bellezza e responsabilità. “Oltre il 60% dei nostri ragazzi sono pendolari, un po’ di ritardo lo accumulano per diverse ragioni. Abbattere questo dato era uno degli obiettivi sui quali abbiamo puntato nel nostro piano di miglioramento. Da qui l’idea nata con gli studenti stessi di occuparsi di quell’area verde nel tempo che altrimenti andrebbe sprecato”, spiega Cucca.
Un’esperienza sul “campo” nel vero senso della parola che offre ai ragazzi un’opportunità evitando sanzioni disciplinari o punizioni. E al “Ciusa” assicurano che i più contenti sono proprio i ragazzi. “Sia chiaro. Non abbiamo mai costretto nessuno a zappare – dice il capo d’istituto – e non è nostra intenzione farlo. Questo è un progetto che vuole essere condiviso con gli studenti, con gli organi collegiali e con il consiglio d’istituto. Un modo per sentire la scuola un bene comune, per sensibilizzare i giovani al senso di appartenenza e per vivere le regole della scuola nella maniera più democratica possibile”. Dall’altro canto non c’è un solo genitore che ha alzato la voce o a preso carta e penna per scrivere al preside. Lo sviluppo del pollice verde, insomma, piace a tutti. Soprattutto se serve ad evitare le sanzioni disciplinari.
Scuola
Sardegna, studenti in ritardo in classe? Vanno a zappare il giardino della scuola. “E sono contenti”
Niente sanzioni per chi non rispetta il suono della prima campanella. Tutto nasce da un progetto promosso dall’Ente Foreste sardo per contrastare i cambiamenti climatici e sensibilizzare la popolazione sull'importanza degli alberi
Un tempo se arrivavi tardi a scuola finivi dal preside o prendevi una nota. Dopo tre ritardi non giustificati scattava la sospensione. Ora a Nuoro, all’istituto “Ciusa” di viale Costituzione, chi non rispetta il suono della prima campanella non resterà con le mani in mano in attesa della seconda ora, ma si darà da fare per rendere più verde la scuola. Ecco le nuove sanzioni, quelle che in fondo, a detta del dirigente Franco Cucca, piacciono anche ai ragazzi.
Il tutto nasce dal progetto “Un milione di alberi” promosso dall’Ente Foreste sardo che ha realizzato un piano per contrastare i cambiamenti climatici e sensibilizzare la popolazione sull’importanza degli alberi, attraverso la messa a dimora di un milione di piante nel prossimo triennio. Ogni scuola ha fatto la sua parte. Oltre alla distribuzione di piantine ad ogni alunno e, oltre alla fornitura e messa a dimora di piante forestali da utilizzare per il recupero degli spazi verdi legati agli edifici scolastici, si sono realizzate anche delle giornate di educazione ambientale sulle tematiche dei cambiamenti climatici e del ruolo del bosco.
Anche l’istituto “Ciusa” ha aderito al progetto e sono arrivati 860 tra lecci, ginepri, arbusti e piante aromatiche che sono state piantumate nel retro della scuola. Un’esperienza che ha visto impegnati con gli addetti dell’Ente Foreste, più di cento ragazzi che per l’occasione si sono dati da fare per rendere più bella la loro scuola che oggi può vantare di essere la più “green” della città.
Restava un problema: “Come mantenere tutto ciò?”, si è chiesto il preside. La risposta è arrivata da una riflessione che coniuga bellezza e responsabilità. “Oltre il 60% dei nostri ragazzi sono pendolari, un po’ di ritardo lo accumulano per diverse ragioni. Abbattere questo dato era uno degli obiettivi sui quali abbiamo puntato nel nostro piano di miglioramento. Da qui l’idea nata con gli studenti stessi di occuparsi di quell’area verde nel tempo che altrimenti andrebbe sprecato”, spiega Cucca.
Un’esperienza sul “campo” nel vero senso della parola che offre ai ragazzi un’opportunità evitando sanzioni disciplinari o punizioni. E al “Ciusa” assicurano che i più contenti sono proprio i ragazzi. “Sia chiaro. Non abbiamo mai costretto nessuno a zappare – dice il capo d’istituto – e non è nostra intenzione farlo. Questo è un progetto che vuole essere condiviso con gli studenti, con gli organi collegiali e con il consiglio d’istituto. Un modo per sentire la scuola un bene comune, per sensibilizzare i giovani al senso di appartenenza e per vivere le regole della scuola nella maniera più democratica possibile”. Dall’altro canto non c’è un solo genitore che ha alzato la voce o a preso carta e penna per scrivere al preside. Lo sviluppo del pollice verde, insomma, piace a tutti. Soprattutto se serve ad evitare le sanzioni disciplinari.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.