Il numero di anziani che conserva una vita sessuale dopo i 75 anni è più ampio del previsto. Questo il dato rilevante di un editoriale pubblicato sulla rivista “New England Journal of Medicine”. Secondo il sessuologo John Bancroft del Kinsey Institute nella fascia di età fra i 75 e gli 85 anni il 38,5% degli uomini e il 16,7% delle donne hanno riferito di avere avuto un rapporto sessuale con un partner nell’anno in corso. Dato analogo registrato nel 2000 in Italia dal Censis: il 39,1% degli over 70 si abbandona pienamente ai piaceri del sesso. “Ma un rapporto sessuale all’anno significa avere una vita sessuale e abbandonarsi pienamente ai piaceri del sesso? Il numero di anziani è più ampio del previsto: allora si aspettavano che nessun anziano facesse sesso?”, si chiede retoricamente il dottor Vincenzo Puppo, medico-sessuologo del Centro Italiano di Sessuologia. “Queste “ricerche” sono davvero scientifiche (la prima americana è datata erroneamente da molti quotidiani nel 2015 ma è del 2007) o forse sono fatte solo per fare pubblicità ai farmaci per gli uomini?”.
“Perché solo il 16,7% delle donne ha riferito di aver avuto un rapporto sessuale con un partner nell’anno in corso?” – spiega Puppo al FQMagazine – “Perché per moltissime donne anziane la menopausa è una ”liberazione” da un sesso fatto per dovere (spesso anche costrette), da svolgersi quasi sempre per accontentare i loro mariti (fino a pochi decenni fa c’era il “dovere coniugale”). Il rapporto sessuale non dava piacere e questo vale ancora oggi per la maggioranza delle donne del mondo. Sono così poche ad avere rapporti sessuali perché gli uomini (ma anche le donne) non sanno quali sono i cambiamenti che avvengono a livello degli organi sessuali riproduttivi femminili (è bene precisare riproduttivi, perché sulla clitoride la menopausa non ha conseguenze) e fanno sesso, il rapporto vaginale, come lo hanno sempre fatto e come hanno imparato dalla pornografia”. “La cosa determina solo fastidio e spesso dolore alle donne”, continua Puppo, “perché la vagina non è più come prima della menopausa, infatti la mucosa vaginale diventa sempre più sottile, le dimensioni della vagina e la sua capacità di dilatazione si riducono, c’è un rallentamento nella formazione del lubrificante vaginale con diminuzione della sua quantità, e i movimenti/sfregamenti del pene più facilmente provocano irritazione dell’uretra e della vescica quindi dolore e disturbi urinari”.
“Per questo dopo la menopausa i “preliminari” (tra virgolette perché è un termine da non usare più: sono già fare l’amore) devono prolungarsi adeguatamente prima d’introdurre il pene in vagina, e deve essere fatto con maggiore delicatezza” – conclude il sessuologo -, “Non bisogna avere fretta e l’uomo deve aspettare che la donna sia veramente eccitata e lubrificata. Inoltre è meglio introdurre il pene in vagina (nella posizione più comoda e meno faticosa per entrambi) dopo che la donna ha già avuto orgasmi con la stimolazione della clitoride con le mani o la lingua. Infatti le modificazioni a livello della clitoride e quindi dell’orgasmo sono minime, quindi le donne che credono che dopo la menopausa non proveranno più piacere sessuale si sbagliano, l’orgasmo è sempre possibile, anche multiplo: se si sa come fare l’amore tutte le donne anziane possono avere ancora orgasmi”. “Ricordiamoci sempre che la menopausa non deve essere più vissuta come la fine del periodo migliore da vivere”- aggiunge Puppo -, “tutte le donne possono ancora amare ed essere amate e possono sempre godere della propria sessualità: fare sesso, fare l’amore, non è solo il rapporto pene-vagina, e non devono più farlo per dovere, e se provano dolore devono subito smettere! E per le anziane sole, se riescono a superare le inibizioni o il senso di colpa, con la masturbazione possono ancora godere del proprio corpo durante tutta la loro senescenza”.