Mentre la società cerca di rimodulare i debiti con le banche, il consiglio di amministrazione vara i numeri per "ripristinare l'equilibrio", a fronte di perdite - solo nel 2016 - di 92 milioni. Per poi partire con il piano industriale lacrime e sangue già approvato lo scorso 20 febbraio
Le perdite dello scorso anno sfiorano i 92 milioni di euro. Ma per il consiglio di amministrazione del Sole24Ore basteranno al massimo 70 milioni per “ripristinare l’equilibrio finanziario e patrimoniale” della casa editrice di Confindustria. Anche a dispetto di un disastroso esercizio 2016: lo scorso anno il patrimonio netto del gruppo si è ridotto al lumicino (11,7 milioni da 80,9 milioni di un anno prima), la posizione finanziaria è risultata negativa per 50,7 milioni e il fatturato è scivolato a 284 milioni dai 316 di un anno prima. Numeri eloquenti che hanno determinato la necessità di un aumento di capitale per perdite superiori ad un terzo del capitale.
“Il consiglio di amministrazione nelle prossime settimane provvederà a convocare l’assemblea degli azionisti per l’adozione dei provvedimenti di cui al predetto articolo 2447 del codice civile e le opportune deliberazioni per la ricapitalizzazione della società” spiega una nota del gruppo, al centro di un’indagine della procura di Milano per false comunicazioni sociali. Spetterà all’assemblea decidere ora il da farsi per salvare l’editrice che ha accettato l’autosospensione del direttore Roberto Napoletano, indagato dalla magistratura milanese assieme agli ex vertici dell’azienda, l’ad Donatella Treu e il presidente Benito Benedini.
Intanto il gruppo guidato da Franco Moscetti tenterà di chiudere un accordo con le banche creditrici: “Il consiglio di amministrazione ha inoltre avviato le opportune interlocuzioni con le banche allo scopo di concordare una eventuale rimodulazione del proprio indebitamento” prosegue la nota. Il gruppo, dopo aver sforato i paletti imposti dalle banche al finanziamento, punta ora ad ottenere una proroga degli accordi fino al 30 settembre 2017. Consapevoli dei “fattori di incertezza” che possono “far sorgere dubbi sulla continuità aziendale”, il cda ritiene tuttavia “che vi sia la ragionevole aspettativa che la Società possa proseguire nella propria attività e possa concludere con successo l’aumento di capitale”. Per poi concentrarsi sul piano industriale lacrime e sangue approvato lo scorso 20 febbraio.
Ma il percorso del risanamento, che prevede un taglio del 30% dei costi di organico entro il 2019, è ancora tutto in salita. Innanzitutto perché è la stessa Confindustria ad essere spaccata, di fronte al buco che emergerà nel bilancio di Viale dell’Astronomia per effetto del tracollo in Borsa del gruppo editoriale.
Finora, peraltro, il presidente Vincenzo Boccia è stato garantista nei confronti della passata gestione e del direttore Napoletano. Una posizione condivisa fino ad una manciata di giorni fa con il consiglio dell’editrice. Poi, improvvisamente, lo scorso 31 marzo il cda della controllata 24Ore Cultura srl ha deliberato di proporre all’assemblea un’azione di responsabilità nei confronti degli “amministratori ai quali è imputabile la suddetta mala gestio, allo scopo di reintegrare il patrimonio sociale del pregiudizio patito, anche in termini di mancato guadagno”. Segno, insomma, che qualcosa è cambiato e viale dell’Astronomia non l’arrivo di un cavaliere bianco per l’aumento di capitale della casa editrice.