Steven Bannon, creatore del sito di riferimento dell’alt-right Breitbart News e capo della strategia alla Casa Bianca, è stato rimosso dal Consiglio di sicurezza nazionale. Donald Trump ha deciso di riorganizzare il National Security Council (Nsc), estromettendo il braccio destro del presidente da uno dei ruoli chiave dell’amministrazione a seguito delle forti critiche provenienti dai media statunitensi, ma anche da diversi dirigenti del Partito Repubblicano. A sollevare il “problema”, lo scorso gennaio, era stato un gruppo di cinque parlamentari democratici della Camera, sostenendo che la designazione di Bannon in un ruolo così importante fosse “pericolosa” per gli Stati Uniti. Al consigliere per la Sicurezza nazionale, il generale H.R. McMaster, è stata affidata la responsabilità di fissare l’agenda delle prossime riunioni del Nsc e della Homeland Security. McMaster, che aveva preso il posto di Michael Flynn costretto alle dimissioni per aver occultato i suoi sospetti legami con la Russia. McMaster ha cercato, fin da subito, di emarginare gli esponenti più “politici” del Consiglio voluti da Trump e adesso ha ottenuto maggiori poteri.
Il National Security Council è l’organo con cui il presidente si confronta per prendere le decisioni più delicate in tema di sicurezza, difesa e politica estera. E in questo contesto il ruolo degli alti ufficiali dell’esercito è stato rilevante, dal momento che non hanno mai visto di buon occhio la figura di Bannon, considerato troppo radicale per ricoprire un ruolo così delicato. A dare la notizia della rimozione è una fonte non specificata proveniente dalla Casa Bianca che ha spiegato come la presenza di Bannon non fosse più “necessaria” nel gruppo, soprattutto le dimissioni di Flynn. Secondo quanto ricostruito dai quotidiani locali, infatti, Bannon era stato inizialmente inserito nel Consiglio di sicurezza nazionale proprio per controllare Flynn, e avrebbe partecipato solo a uno degli incontri. Flynn, però, è stato costretto a dimettersi a metà febbraio nell’ambito dello scandalo sui contatti dell’amministrazione Trump con l’ambasciatore russo a Washington Sergey Kisylak.
Nella riorganizzazione del Consiglio Trump, secondo i media locali, ha sminuito allo stesso tempo anche il ruolo del suo consigliere alla Sicurezza nazionale, Tom Bossert. Il direttore della National intelligence (che coordina le 17 agenzie di 007 Usa) Dan Coats e il presidente del Joint Chiefs of Staff Joseph Dunford (comandante in capo degli Stati Maggiori riuniti delle forze armate), tornano a essere definiti “partecipanti regolari” delle riunioni del Consigli. Inoltre in un memorandum di sette pagine datato 4 aprile, il magnate newyorkese ha illustrato le modifiche all’organizzazione del Consiglio per la sicurezza nazionale. Cambiamenti che, secondo gli osservatori, rendono potenzialmente più “bilanciato” l’approccio dell’amministrazione alla politica estera, e segnano una vittoria per la corrente moderata di Ivanka Trump, la figlia del presidente entrata a far parte ufficialmente dello staff da una settimana. Bannon, tra le varie cose, aveva scritto insieme ad un altro consigliere di Trump, Stephen Miller, le misure sul bando agli immigrati dai sette Paesi musulmani, sospendendo anche il programma di accoglienza dei rifugiati varato da Barack Obama.