Il numero uno dell'agenzia, Ruffini: "147,4 miliardi sono dovuti da soggetti falliti, 85 da persone decedute e imprese cessate, 95 da nullatenenti". Per altri 30,4 miliardi la riscossione è sospesa per provvedimenti di autotutela o sentenze. Restano 459,2 miliardi di cui oltre il 75% si riferisce però a contribuenti rispetto ai quali sono già state tentato invano azioni di riscossione
Mentre la rottamazione delle cartelle esattoriali procede a ritmo più veloce del previsto, il numero uno di Equitalia Ernesto Maria Ruffini dà i numeri aggiornati sull’ammontare del carico fiscale affidato all’agenzia. In ballo ci sono debiti per 817 miliardi di euro, ma la cifra su cui le azioni di recupero potranno “ragionevolmente avere più efficacia” ammonta a soli 51,9 miliardi, poco più del 6% totale. Ruffini, in audizione davanti alla commissione Finanze della Camera, ha infatti spiegato che ci sono “147,4 miliardi dovuti da soggetti falliti, 85 da persone decedute e imprese cessate, 95 da nullatenenti“. Per altri “30,4 miliardi la riscossione è sospesa per i provvedimenti di autotutela emessi da enti creditori o sentenze dell’autorità giudiziaria”.
Restano così 459,2 miliardi di cui oltre il 75%, 384,4 miliardi, si riferisce a contribuenti rispetto ai quali Equitalia “ha già tentato invano in questi anni azioni di riscossione”. Altri 26,2 miliardi sono pagati a rate e “l’effettivo magazzino residuo” su cui agire “si riduce a 84,6 miliardi di cui circa 32,7 riferiti a posizioni non lavorabili per effetto delle norme a favore dei contribuenti”.
In tutto “sono circa 21 milioni i contribuenti che risultano avere debiti a vario titolo con gli enti creditori che li hanno affidati a Equitalia per la riscossione. Il 53% di questi contribuenti ha accumulato pendenze che non superano i 1.000 euro“, mentre “il 74% ha debiti sotto i 5mila euro”. Tuttavia nel 2016 “quasi il 55%” di quanto riscosso da Equitalia, oltre 8,7 miliardi, “proviene da posizioni con debiti superiori a 100mila euro e quasi il 10% da posizioni con debiti da 50mila a 100mila euro”, ha sottolineato Ruffini. Dalle tabelle consegnate in commissione emerge che le rate hanno inciso sui risultati della riscossione per il 53,7% (rispetto al 49,6% del 2015), portando incassi per 4,69 miliardi di euro.
Il consuntivo del riscosso da ruolo registra un incremento del 9,75% delle riscossioni per i ruoli affidati dall’Agenzia delle entrate, passate da 4.253,8 milioni di euro del 2015 a 4.668,4 milioni del 2016 e un +5,22% delle riscossioni per i carichi affidati dall’Inps (da 2,37 a 2,49 miliardi). Nel biennio 2015-2016, Equitalia ha riscosso quasi 17 miliardi, il 16,85% in più rispetto al risultato registrato nel biennio precedente, quando gli incassi si erano fermati poco oltre i 14,5 miliardi. Dalla rottamazione si attendono poi oltre 5 miliardi, visto che sono già state presentate 502mila richieste di adesione per un valore di 8,3 miliardi di euro (che saranno “scontati” cancellando sanzioni e interessi) e c’è ancora tempo fino al 21 aprile.
Secondo Ruffini servirebbe una “riflessione in ordine alle ragioni per le quali nel 2017 ancora si discuta della possibilità di riscuotere somme iscritte a ruolo dagli enti impositori oltre 15 anni fa“. Ci sono infatti “591 miliardi”, su 817 complessivi di magazzino, di carichi affidati ad Equitalia “tra il 2000 e il 2013”, che a fine 2016 contribuiscono “per oltre 49 miliardi al valore di 84,6 miliardi di effettivo magazzino residuo” su cui tentare azioni di recupero.
Per quanto riguarda il previsto accorpamento di Equitalia nell’Agenzia delle Entrate, previsto per luglio, Ruffini ha spiegato: “Abbiamo già effettuato e stiamo per completare la ricognizione delle competenze del personale, stiamo attuando l’adozione dei regolamenti interni che saranno attuati dal primo luglio e siamo confidenti che dal primo luglio sarà tutto quanto operativo”.