Mirò è morto a fine ottobre 2014 dopo avere ingerito la sostanza. Dall'esame medico legale è emerso che veniva somministrata al piccolo quasi con cadenza giornaliera per farlo stare buono
Gli avrebbero dato metadone per tenerlo buono. Per questo il giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni ha condannato a nove anni la mamma e il padre del piccolo Mirò, il bimbo di 30 mesi morto a fine ottobre 2014 dopo avere ingerito l’oppioide. Il pm Alberto Lari aveva chiesto la condanna a 12 anni e a 10 anni e otto mesi. I due, 32 e 38 anni, sono accusati di omicidio preterintenzionale pluriaggravato.
I due conviventi, difesi dall’avvocato Matteo Cereghino, che in un primo momento erano stati indagati per omicidio volontario, hanno sempre detto che il bambino era stato male la sera precedente, che aveva un po’ di febbre e non aveva mangiato nulla dal giorno prima. Il risultato delle analisi aveva dimostrato che il bimbo aveva mangiato a pranzo e che quindi, con ogni probabilità, stava bene. Dall’esame medico legale era inoltre emerso che il metadone veniva somministrato al piccolo quasi con cadenza giornaliera per farlo stare buono.