Incontrare i ragazzi di Amici di Maria De Filippi nel bel mezzo dell’esperienza del serale dice molto sulle dinamiche da talent show. Quest’anno, poi, le due squadre stanno vivendo un’esperienza diametralmente opposta, e lo spettro di atmosfere e sensazioni diventa ancora più completo.
Da un lato ci sono i blu di Elisa. Sereni, sorridenti, hanno fatto gruppo e si vede. E per la loro coach hanno solo parole di miele: “Elisa è umile e disponibile. A volte sembra che non si renda conto che lei è Elisa”. E tra i blu ancora in corsa per la vittoria finale, il leader è evidente: trattasi di Riccardo, cantante, occhi chiari che già fanno impazzire le ragazzine urlanti (zoccolo duro del pubblico del talent di Canale5). Ha una sicurezza che a volte sembra arroganza, ma forse è solo consapevolezza del potenziale (mediatico, non musicale) e voglia di metterlo a frutto. È quello che parla di più (molla il microfono ai compagni di squadra solo se non può farne a meno) e si percepisce lontano un miglio che non vede l’ora di uscire dalla scuola (magari da vincitore) e godersi la fama effimera che sicuramente arriverà (il successo vero, quello che dura, è un’altra storia). Il suo inedito “Sei mia” è un motivetto sciocco e sempliciotto che funziona solo su un certo target e in questo determinato momento storico dell’industria discografica. E infatti, come ti sbagli, Riccardo è il più corteggiato dalle case discografiche, visto che sono già arrivate proposte da Sony, Universal, Warner e Sugar.
Questo dice molto, purtroppo, sulla strategia di respiro cortissimo dei discografici che ormai non fanno altro che tentare di scovare il fenomeno del momento, la gallina dalle uova d’oro da sfruttare finché la barca va. Poi ciaone, avanti il prossimo. Ed è proprio Riccardo a spiegare il meccanismo che paradossalmente adesso lo premierà: “Prima di venire ad Amici ho provato a propormi alle case discografiche. Dicevano tutti che i miei pezzi erano belli ma poi aggiungevano ‘Non hai follower su Instagram, ci dispiace’”. Ecco perché, secondo il biondo Riccardo, “i talent sono l’unica strada rimasta per fare musica in Italia”. Non è così, ovviamente, almeno se parliamo di fare musica e non business musicale. Ma questa è un’altra storia.
I blu, dicevamo, sono sin troppo felici e in totale armonia col cosmo. Il merito, almeno a sentir loro, è di Elisa, coach ma anche amica, inflessibile negli esercizi vocali che assegna ma che non sfrutta mai il ruolo per ergersi a professorona saccente. L’esatto contrario di Morgan, insomma, e la prova arriva poco dopo, quando in Sala Relax arrivano i bianchi. Musi lunghi, spaesamento, poca amalgama tra loro, i ragazzi “allenati” da Morgan fanno tanta tenerezza. Soffrono assai l’ego ipertrofico (e ormai incontrollabile) del cantante brianzolo, ne subiscono le scelte (alte, ovviamente, ma spesso inadatte in un contesto come quello di Amici) e sembrano non capire la direzione esatta scelta per loro da chi li dovrebbe guidare e invece li sta rincoglionendo.
Mike Bird è quello che, tra tutti, riesce a esprimere meglio questo disagio. Ammette che il rapporto è complicato, che sono settimane difficili, che il dialogo è acceso, che Morgan evidentemente ha in mente un percorso (“Un cantautore pop alla Gazzè”, spiega il fondatore dei Bluvertigo), ma che lui, Mike, non è convinto, perché Morgan “a volte dimentica il contesto. Lui pensa che io possa veicolare messaggi, ma poi sul palco ci vado io e onestamente preferisco guadagnare il punto e prendermi i complimenti, piuttosto che veicolare messaggi ma andare a casa. Non voglio fare il martire musicale”. E gli spauriti “bianchi” sembrano davvero agnellini sacrificali che l’eclettico Gran Sacerdote sgozzerà sull’altare della propria complessa personalità.
Già il meccanismo televisivo (in un certo senso anche comprensibilmente) si fa pochi scrupoli e bada al sodo, schiacciando chi non ce la fa. Se poi all’ingranaggio televisivo aggiungi anche Morgan, il rischio di uscirne con le ossa rotte diventa quasi una certezza.