“All’inizio qualcuno era scettico, c’era molta diffidenza. Oggi tutto l’istituto partecipa al progetto”. Si chiama ‘Scuola Alimentare: zero spreco in mensa’ ed è l’iniziativa lanciata dagli alunni della scuola primaria Rio Crosio di Asti che mette al centro la riduzione degli sprechi durante la pausa pranzo, dando in beneficenza i pasti avanzati alle famiglie più bisognose della città.
Tutto è nato oltre 10 anni fa grazie all’impegno e alla passione del maestro Giampiero Monaca, astigiano, scout ed ex grafico pubblicitario, che da 11 anni insegna alla primaria Rio Crosio. “Il momento del pasto è un tempo di didattica al pari della lezione di storia, matematica o musica – racconta Giampiero – Per questo abbiamo deciso di organizzarci secondo un protocollo che, senza sprecare, conceda quantità personalizzate e porti tutti ad assaggiare e alimentarsi in modo variato”.
“Riusciamo a contenere gli sprechi e a destinare alla ristorazione solidale tutto cibo che altrimenti andrebbe buttato”
Una classe composta da 25 alunni avanza di norma 6 porzioni complete. Sommando tutte le classi (450 bambini) si arriva a donare quotidianamente oltre una quarantina di porzioni piene. Chiarendo un concetto: “Riusciamo a contenere gli sprechi e a destinare alla ristorazione solidale tutto cibo che altrimenti andrebbe buttato. I bambini mangiano meglio, non meno – spiega il maestro – Hanno maggiore consapevolezza, più attenzione alle quantità necessarie per il fabbisogno quotidiano”. Chi desidera porzioni intere, insomma, è sempre soddisfatto.
Col tempo i piccoli alunni si sono sentiti coinvolti e responsabilizzati e hanno imparato a gestirsi benissimo da soli: “La cosa più interessante è che è aumentato così anche il consumo pro capite”, aggiunge Giampiero. Da poco più di un anno, inoltre, il Comune di Asti, la cooperativa di gestione catering della mensa e la Caritas hanno firmato un protocollo per conferire tutto il cibo non consumato a famiglie in situazioni disagiate del quartiere, sotto l’attenta gestione e la garanzia della Caritas. “Ci impegniamo in questo progetto da oltre 10 anni, finalmente ora anche le istituzioni ci credono”, raccontano i maestri.
La pausa pranzo dura dalle 12:30 alle 13:30 in mensa, poi si va tutti in palestra o in giardino fino alle 14:30. Tutti i bambini continuano ad alimentarsi secondo coscienza e fabbisogno giornaliero: i piatti a fine pasto sono sempre vuoti e riordinati per non far perdere tempo alle cuoche. Dopo il pranzo così arrivano gli operatori della Caritas parrocchiale per prendere il cibo avanzato. “Non conosciamo direttamente le famiglie a cui vanno i pasti, ma so per certo che ce ne sono alcune anche della scuola”, spiega Giampiero.
L’obiettivo futuro è quello di arrivare a gestire gli ordini già in fase di cottura: “Attraverso ordini personalizzati ad inizio giornata si risparmierebbe del cibo senza neanche essere cotto”
E ora che il progetto è stato finalmente firmato dal Comune si potrà procedere con incontri pubblici insieme a insegnanti, esperti e amministratori della Regione, per tentare di estendere l’iniziativa ad altre città del territorio. “Molte maestre si sono interessate all’idea e non vedono l’ora di cominciare”, sorride Giampiero.
Ogni giorno in media sono 6 le porzioni non consumate in una classe. Se sommiamo il costo degli ingredienti di ogni pasto (1,80 euro) per i 200 giorni di scuola arriviamo a oltre 2mila euro gettati nella spazzatura ogni anno, da ogni classe. È per questo che è nata ‘Scuola Alimentare’. L’obiettivo futuro è quello di arrivare a gestire gli ordini già in fase di cottura: “Attraverso ordini personalizzati ad inizio giornata si risparmierebbe del cibo senza neanche essere cotto. Al posto di un piatto di pasta o uno di polpette, – spiega il maestro – potremmo donare così una piccola somma alle famiglie più disagiate, grazie al quale acquistare cibo, capi d’abbigliamento, materiale scolastico. Sarebbe un sogno”.
L’idea è semplice e si fonda su un principio base: garantire ad ognuno la giusta porzione. Gli alunni, che hanno deciso di unirsi in un blog dal titolo ‘Bimbisvegli’, si alimentano così in modo sempre più vario, con risultati sorprendenti: “Sì, ho imparato a mangiare le micro-porzioni di verdura – sorride il piccolo Niccolò – così non la lascio più nel piatto”. “Mi raccomando – conclude la piccola Serena – Scriva che l’idea non è solo dei maestri, ma anche e soprattutto di noi bambini”.