Una nuova forma di giustizia chiamata “pop justice“. Un termine che è stato coniato da Luca D’Auria, avvocato e docente di Diritto. “Tutti i processi per crimini di sangue oggi sono dei processi pop nel senso che non sono processi ma vicende pop”, spiega D’Auria, che venerdì 7 aprile presso la sede del Sole 24 ore di Milano ha presentato il suo ultimo libro intitolato ‘L’ontologia del crimine e della giustizia criminale oggi’. “Agatha Christie non scrive più i suoi libri – continua – e le storie nascono da queste vicende reali e poi prendono delle vite loro”. Nell’era del “Pop Justice” bene e male, e quindi crimine e giustizia, “sono diventati delle merci da vendere”. “In questo senso – conclude D’Auria – è perfettamente applicabile la teoria marxiana del feticismo delle merci. Bene e male si confondono in nome della vendita del prodotto. La verità processuale non interessa più e non serve più”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione