Per il regime nordcoreano, l'attacco Usa alla base aerea siriana di Sahyrat, giustifica il rafforzamento e la prosecuzione del proprio programma nucleare. Trump rassicura gli alleati Sud coreani sull'impegno americano in difesa di Seul. Il Consiglio di sicurezza statunitense ha presentato al presidente, tra le varie opzioni, anche l'eliminazione di Kim Jong-un
“L’attacco Usa in Siria? Giustifica la nostra decisione di dotarci, sviluppare e rafforzare gli armamenti nucleari“. Da Pyongyang arriva la prima reazione ufficiale all’attacco missilistico contro la base aerea siriana di Shayrat ed è un’altra provocazione agli Stati Uniti e all’amministrazione di Donald Trump, definita “non diversa” da quelle precedenti. La Corea del Nord condanna come “assolutamente inaccettabile” il raid deciso dal presidente Usa, si legge in una nota del ministero degli Esteri, rilanciata dalla agenzia ufficiale Kcna.
Pyongyang definisce la mossa come una “chiara invasione” e una conferma della bontà del programma nucleare portato avanti dal leader Kim Jong-un. Un programma che continua a tenere altissima la tensione in Estremo Oriente: l’ennesimo esperimento provocatorio risale al 5 aprile scorso, con il nuovo lancio di un missile balistico a medio raggio della Corea del Nord verso il Mar del Giappone.
Donald Trump, dal canto suo, rassicura gli alleati della Sud Corea sull’impegno americano a difesa di Seul per le eventuali minacce atomiche e missilistiche dei vicini del Nord. Il presidente americano ha avuto in mattinata una telefonata di circa 20 minuti con Hwang Kyo-ahn, premier e presidente reggente sudcoreano dicendo d’aver discusso “in profondità il grave problema del nucleare nordcoreano e su come affrontarlo” con il presidente cinese Xi Jinping nel loro primo summit chiusosi poche ore fa a Mar-a-Lago, in Florida. L’amministrazione Trump “non è diversa” da quelle precedenti, è la conclusione della prima reazione ufficiale di Pyongyang all’attacco Usa in Siria. Anzi, agli osservatori è apparso che l’attacco alla Siria, per la sua tempistica, possa essere letto come un monito rivolto a Cina (per la “debole” persuasione) e a Corea del Nord di fronte a un regime che non vuole recedere dalle sue ambizioni atomiche. Trump, non a caso, ha ventilato l’ipotesi che gli Stati Uniti possano adottare atti unilaterali contro il Nord qualora la Cina non eserciti tutta la pressione possibile.
Il Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, principale organo che consiglia e assiste il presidente in materia di sicurezza interna e di politica estera, ha presentato a Donald Trump le proprie opzioni per rispondere al programma nucleare della Corea del Nord, tra cui il posizionamento di testate nucleari in territorio sudcoreano o l’eliminazione del dittatore Kim Jong-un. Lo riporta l’emittente NBC News, che cita alti funzionari dell’intelligence e dell’esercito americano.