Una ragazza di 21 anni, Janira D’Amato, è stata trovata morta nella sua casa a Pietra Ligure, provincia di Savona. Il suo fidanzato, Alessio Alamia, 20 anni, ha confessato l’omicidio ai carabinieri permettendo la scoperta del corpo, avvenuta intorno alle 22 di venerdì 7 aprile. Il giovane ha deciso di confessare il delitto dopo essersi confidato con la nonna che lo ha convinto a costituirsi. Un’aggressione “brutale”, dicono gli investigatori: la 21enne è stata colpita con almeno 15 coltellate che l’hanno raggiunta alla testa, al collo e alle spalle. Durante l’interrogatorio, il ventenne ha rivelato di aver tenuto per tutto il pomeriggio in tasca il coltello usato per uccidere la ragazza, un pugnale mimetico del tipo usato durante i corsi di sopravvivenza. Ora è accusato di omicidio premeditato ed è detenuto nel carcere di Imperia.
Secondo il racconto di alcuni amici della coppia, all’origine del gesto potrebbe esserci la gelosia. Il ragazzo, accusato di omicidio volontario, ha detto ai carabinieri che tutto è nato dalla decisione della ragazza di lasciarlo. Sulla sua pagina Facebook , il 20enne qualche giorno fa aveva scritto: “La gelosia nasce quando a quella persona tieni veramente”. E proprio per quella troppa gelosia, la vittima aveva deciso di chiudere la loro storia due settimana fa. La relazione tra i due sarebbe diventata difficile dopo la scelta della giovane di trasferirsi ad Arenzano (Genova), per frequentare l’accademia di Costa Crociere.
I titolari della panetteria dove la giovane ha lavorato, ricordano la sua preoccupazione: “Lei doveva imbarcarsi sulle navi Costa e lui non voleva, aveva paura di perderla. Era geloso”, dicono. Un cittadino che vive vicino alla casa abitata dai due giovani sottolinea: “Da qualche giorno Janira aveva perso il sorriso“. Il ragazzo infatti non aveva mai accettato la fine della loro relazione. E quando venerdì sera si sono incontrati perché lei doveva recuperare alcuni oggetti, è iniziata l’ennesima lite. Finché l’assassino ha afferrato il pugnale e ha colpito più volte la sua ex, mentre lei tentava di difendersi, come testimoniano le ferite sulle braccia.
Dopo il delitto, il giovane ha lasciato la casa portando con sé il cellulare della ragazza. Ai genitori della giovane che dopo ore di silenzio hanno provato a contattarla sul cellulare, ha risposto dicendo che lei aveva dimenticato lì il cellulare. Poi è andato dalla nonna alla quale ha raccontato l’episodio. La donna lo ha convinto a costituirsi. Ai carabinieri ha detto: “Ho fatto una cavolata con la mia ragazza”. Il giovane, difeso dagli avvocati Alessandro Vignola e Andrea Frascherelli, sarà interrogato lunedì dal gip per la convalida del fermo.