Un paio di puntate fa, in preda ai soliti deliri (per una volta giustificati), Morgan ha provocatoriamente implorato Maria De Filippi affinché si registri anche una sola puntata senza pubblico. Ecco, si dovrebbe fare sul serio, tipo partita di calcio a porte chiuse dopo episodi discutibili sugli spalti. Ci sarebbe meno entusiasmo, e ovviamente sarebbe un peccato. Ma per una volta capiremmo davvero qualcosa di quello che succede durante la puntata
Chi ha assistito dal vivo, anche solo un volta, a una puntata di Amici di Maria De Filippi sa perfettamente che magari Morgan, come ha detto giovedì incontrando alcuni giornalisti, avrà anche “perso la credibilità”, ma su una questione specifica ha ragione da vendere: il pubblico in studio è insopportabile, rumoroso, poco attento ai contenuti artistici e sin troppo agli addominali di questo o quel concorrente. È un pubblico di “bimbiminkia” (la definizione è proprio di Morgan) e ci si può offendere quanto si vuole, ma è semplicemente la verità.
È un fenomeno antico, per il talent di Canale5, visto che già dalle prime edizioni funzionava così. Prima a Cinecittà, ora sulla Tiburtina, arrivano pullman stracolmi di ragazzine esagitate che vogliono solo perdere la voce per il beniamino di turno, il fenomeno teen dei prossimi 6 mesi (12 al massimo, se va bene), il ragazzino dalla faccia pulita e dal corpo scolpito che farà impazzire gli ormoni delle ragazzine. Assistere alla puntata in studio è difficilissimo già per quella parte di pubblico che vorrebbe seguirla, magari riuscire persino a capire come ha cantato Tizio o ballato Caio. Figuriamoci per giudici e coach, assaliti ogni secondo dai “Buuu” o dai “Fuori!” degli assatanati sugli spalti. Per non parlare dei ragazzi stessi che devono ballare o cantare mentre attorno a loro c’è il delirio più totale.
Il pubblico in studio è, in questo momento, uno dei difetti principali del programma. Peccato, però, che paradossalmente è anche uno dei suoi punti di forza. Come se ne esce, dunque? Non se ne esce, almeno per un momento, anche se la stessa Maria De Filippi, mentre ieri sera Morgan e il pubblico se le davano di santa ragione, è sembrata infastidita più dagli strilli adolescenziali che dalle bizze ormai insostenibili del coach.
Amici non può fare a meno del pubblico, anche perché la “fauna” che affolla lo studio è rappresentativa del target naturale del programma. Ma non si può neppure continuare a sopportare l’influenza nefasta di qualche centinaio di ragazzine in preda all’ormonella che attaccano Morgan solo perché magari critica il loro idolo di quest’anno (il furbastro Riccardo, che sarà l’unico a vendere dischi dopo la fine e non certo per la qualità musicale). Oppure, peggio ancora, perché il povero Castoldi (che per sua stessa ammissione è costretto a fare tv per soldi e per pagare i debiti) prova a spiegare con dovizia di particolari la canzone che sta per essere eseguita, magari contestualizzando il momento storico in cui è stata scritta, analizzando la personalità di chi l’ha scritta o interpretata. Morgan tenta di educarli musicalmente, loro reagiscono sbuffando, urlando e fischiando. Non hanno nessun interessa a imparare alcunché. Vogliono gli addominali di Andreas, gli occhi chiari di Riccardo. E basta. Vada all’inferno tutto il resto, perché è primavera e bisogna pur che il corpo esulti.
Un paio di puntate fa, in preda ai soliti deliri (per una volta giustificati), Morgan ha provocatoriamente implorato Maria De Filippi affinché si registri anche una sola puntata senza pubblico. Ecco, si dovrebbe fare sul serio, tipo partita di calcio a porte chiuse dopo episodi discutibili sugli spalti. Ci sarebbe meno entusiasmo, e ovviamente sarebbe un peccato. Ma per una volta capiremmo davvero qualcosa di quello che succede durante la puntata. Apprezzeremmo meglio virtuosismi o stonature dei cantanti, non dovremmo sopportare interruzioni urlanti nel momento esatto in cui un ballerino toglie la maglietta. Certo, Morgan anti-bimbiminkia ormai fa ridere perché Amici di quello si nutre e Morgan lo sapeva di sicuro prima di accettare. Credibilità, anche stavolta, assai poca. Ma bisogna ammettere che ha ragione. E che come sempre questa questine verrà considerata poco solo perché arriva da lui, ormai vittima e schiavo del personaggio (o, peggio ancora, della persona) che è diventato.