Scambio di minacce tra la Washington e lo Stato Nordcoreano, dopo lo spostamento delle navi americane al largo della penisola asiatica. Il ministero degli esteri di Kim: "Non imploriamo mai la pace ma adotteremo le più forti contromisure contro i provocatori". La Casa Bianca: "Se la Cina decide di aiutare sarebbe magnifico. Altrimenti, risolveremo il problema senza di loro"
“Siamo pronti a reagire agli Stati Uniti“. “La Corea del Nord? Cerca guai”. Lo spostamento della portaerei nucleare americana Carl Vinson al largo della penisola asiatica, fa infiammare i rapporti tra Washington e Pyongyang. Una vera e propria crisi che fino a questo momento si è trasformata in uno scambio di minacce in piena regola sull’asse Usa – Corea del Nord.
North Korea is looking for trouble. If China decides to help, that would be great. If not, we will solve the problem without them! U.S.A.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 11 aprile 2017
Ad accendere la miccia erano stati i coreani che alle prime ore del mattino – secondo il fuso orario italiano – avevano diffuso le dichiarazioni di un portavoce del ministero degli Esteri. “Se gli Stati Uniti osano optare per un intervento militare, come un attacco preventivo e la rimozione del quartier generale, la Corea del Nord è pronta a reagire a ogni tipo di guerra desiderato dagli Usa”, era stato l’avvertimento lanciato da Pyongyang in direzione Washington. “Non imploriamo mai la pace ma adotteremo le più forti contromisure contro i provocatori per difenderci attraverso la potente forza delle armi e continuare a percorrere la strada che ci siamo scelti”, aveva detto sempre il ministero degli Esteri, citato dall’agenzia nordcoreana Kcna, parlando di “mosse sconsiderate di Washington per invadere” il Paese, che hanno raggiunto “una fase seria”.
La risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere. Ed è arrivata, come succede ormai sempre più spesso, tramite twitter. “La Corea del Nord cerca guai. Se la Cina decide di aiutare sarebbe magnifico. Altrimenti, risolveremo il problema senza di loro”, ha scritto il presidente Donald Trump sul social network. Un intervento netto per replicare alle minacce coreane, che tra l’altro lo tiravano direttamente in ballo.
“La grave situazione prevalente dimostra ancora una volta che la Corea del Nord era del tutto giustificata ad aumentare in ogni modo le sue capacità militari di autodifesa”, aveva sottolineato il ministero degli Esteri nordcoreano. “L’amministrazione Trump è abbastanza stupida da schierare forze strategiche sorprendenti una dopo l’altra in Corea del Sud, parlando di pace con la forza delle armì, ma la Corea del Nord rimane impassibile. Prenderemo le più dure contromisure per difenderci”, ha rimarcato il portavoce. Sabato le navi americane, tra cui la portaerei Carl Vinson, due cacciatorpedinieri e un incrociatore a missili teleguidati avevano cancellato un viaggio in Australia per dirigersi da Singapore verso le acque davanti alla Corea.
E alla Corea del Nord è dedicato anche un passaggio nella dichiarazione finale del G7 degli Esteri, che si è tenuto ieri e oggi a Lucca. “Il programma nucleare e balistico della Corea del Nord – si legge nel documento – pone una grave e crescente minaccia alla pace regionale e internazionale e una violazione del sistema di non proliferazione”, e la leadership nordcoreana deve “implementare pienamente tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu“.