Il "movente" di quell'attentato ai suoi danni, secondo l'imputato, "era quello di ottenere la custodia del minore e toglierla a me, perché così si sarebbe dimostrato che vivevo in una situazione di pericolo e mio figlio non poteva stare con me"
“Penso che sia stato il fidanzato della mia ex moglie Nina Moric“. Così, per la prima volta, Fabrizio Corona, rispondendo stamani alle domande del giudice Guido Salvini nel processo milanese per gli ormai noti 2,6 milioni di euro in contanti, ha indicato in Luigi Favoloso il suo “sospettato” per l’episodio della bomba carta che esplose, nella notte tra il 15 e il 16 agosto scorso, sotto la sua abitazione. Fatto da cui poi scaturì l’inchiesta che ha portato a trovare i soldi ‘cash’ dell’ex ‘re dei paparazzi’ anche nascosti in un controsoffitto.
Il “movente” di quell’attentato ai suoi danni, secondo Corona, “era quello di ottenere la custodia del minore e toglierla a me, perché così si sarebbe dimostrato che vivevo in una situazione di pericolo e mio figlio non poteva stare con me”. Corona, poi, attaccando anche alcune ricostruzioni di stampa sulla scorsa udienza (tanto che è dovuto intervenire il giudice), ha voluto precisare che “ero io una macchina da soldi, non Belen Rodriguez“.
All’epoca della relazione con Belen Rodriguez “io facevo nero, io trasformavo in oro tutto quello che toccavo, io ero una macchina da soldi. Lei, rispetto a me, non aveva un euro” ha detto l’imputato in brevi dichiarazioni spontanee per chiarire quanto aveva detto all’udienza della scorsa settimana quando, nel corso dell’interrogatorio, aveva collocato uno dei momenti di suo maggior successo anche finanziario nel periodo in cui era fidanzato con Belen e insieme formavano una coppia da ‘Bonnie e Clyde”. Una metafora rivendicata oggi da Corona “ma non nel senso criminale“.