In manette il direttore provinciale Walter Pardini: il blitz mentre intascava una tangente da 7.500 euro alla fine di una cena. A individuare la busta con i soldi il cane molecolare degli investigatori. A consegnargliela tre persone, anche loro arrestate. Sono i rappresentanti di una società di logistica di Napoli, da alcuni mesi trasferitasi in Liguria, che vanta un contenzioso fiscale con le Entrate da venti milioni di euro
La busta con i soldi in tasca gliel’hanno trovata grazie al fiuto del cane molecolare. È in questo modo che gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Genova hanno fermato il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, Walter Pardini. Il funzionario è accusato di corruzione ed è stato arrestato in flagranza di reato.
Ieri sera dopo le 23 gli uomini delle fiamme gialle lo hanno fermato all’uscita di un famoso ristorante di Recco, “da Manuelina“. Il cane molecolare ha subito individuato una busta con 7.500 euro in contanti: per gli inquirenti si tratta di una tangente che Pardini aveva appena ricevuto dai tre uomini con cui aveva cenato.
Si tratta di due commercialisti, Luigi Pelella e Massimo Alfano, e di un avvocato, Francesco Canzano. I tre sono rappresentanti della Securpol, una società di security di Napoli che da alcuni mesi si era trasferita in Liguria. Sono loro – per gli investigatori – che alla fine della cena hanno allungato la bustarella con i soldi a Pardini. Solo che fuori dal ristorante c’erano i finanzieri ad aspettarli: i quattro commensali sono stati quindi arrestati. Un quarto uomo – anche lui commercialista – è invece indagato per concorso in corruzione ma è rimasto in libertà.
L’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto procuratore Massimo Terrile era partita dopo il trasferimento della società di logistica: da Napoli aveva portato la sua sede a Genova senza alcun apparente motivo. L’azienda, infatti, aveva un contenzioso fiscale con le Entrate in Campania e, sempre secondo gli investigatori, il cambio di sede sarebbe legato alle promesse ottenute da Pardini per un suo intervento sulla pratica in cambio di soldi.
L’ipotesi degli inquirenti è che i 7.500 euro che Pardini ha intascato alla fine della cena possano essere solo una tranche di una tangente più corposa. Il contenzioso fiscale della società di security, infatti, ammonta a circa venti milioni di euro: una cifra che lascia ipotizzare una bustarella ben più pesante. Le indagini sono ancora in corso e in mattinata sono partite le perquisizioni negli uffici della sede dell’Agenzia delle Entrate, in vai Fiume a Genova.
Poco dopo l’arresto la direzione regionale della Liguria dell’Agenzia delle Entrate ha fatto sapere di avere “adottato la sospensione cautelare dal servizio” per Pardini “in attesa del provvedimento dell’Autorità giudiziaria a seguito del quale verranno assunte tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie per tutelare l’istituzione e la dignità dei propri dipendenti che operano onestamente e scrupolosamente”. Pardini si era insediato a Genova ai primi di gennaio del 2016: prima era il direttore provincia dell’Agenzia delle Entrate a Livorno.