Francesco Bruzzone, cacciatore e presidente del consiglio regionale, invita i prof a parlare in classe dell’"utilità del prelievo venatorio". Una proposta che arriva nel momento in cui anche la Liguria è interessata dall'emergenza cinghiali. La Lega anti-vivisezione: "E' solo una bruttura da superare, come la tortura o la pena di morte”
“Basta con gli insegnanti che ci definiscono assassini. La caccia va spiegata in maniera onesta nelle scuole. Dobbiamo farla finita di parlare male di questa categoria. La scuola deve dare un segnale più obiettivo”. A rilanciare questo invito ai docenti italiani non è un cacciatore ma Francesco Bruzzone della Lega Nord, cacciatore nonché presidente del consiglio regionale della Liguria. Già ieri, parlando dell’emergenza cinghiali che negli ultimi tempi ha colpito il territorio, sottolineava come fosse “necessario cominciare a spiegare bene ai giovani, fin dalle scuole, l’importanza della caccia, l’utilità del prelievo venatorio”, proponendo l’introduzione della “caccia come argomento da trattare a scuola, nell’ambito della tutela dell’ambiente”. E oggi insiste sulle sue ragioni: “Non ho detto che voglio delle lezioni di caccia, ma sono stanco di ricevere telefonate di papà che mi raccontano di maestre che in classe hanno parlato dei cacciatori come assassini. I bambini chiedono a questi genitori: “Perché anche tu papà sei un assassino?”.
Per Bruzzone la questione è da vedere in un contesto più amplio: “Da qualche anno sull’Appennino c’è un forte aumento di alcune specie di fauna selvatica. Il tentativo di arginare questo incremento che crea dei problemi si è sviluppato in diverse modalità”, nessuna delle quali, per, è stata ottimale. “Piaccia o meno – prosegue – questa questione può essere risolta solo dalla caccia. I cacciatori, tuttavia, sono in diminuzione. Dobbiamo qualificare il cacciatore come soggetto che interviene per il controllo numerico faunistico. Inoltre questa categoria la cui immagine non è positiva, deve tornare ad essere considerata in maniera onesta a partire dalla scuola”.
Parole che non sono piaciute a Massimo Vitturi, responsabile nazionale dell’aerea animali selvatici della Lega anti vivisezione: “I cacciatori sono assassini. Una persona che gira armata e ammazza essere viventi in giro per il territorio non vedo con quale altro termine può essere definito. Se una maestra chiama un cacciatore assassino fa una corretta informazione nei confronti degli studenti”.
Vitturi, da sempre impegnato contro la caccia, attacca Bruzzone: “A scuola si deve parlare di caccia come qualcosa che lega ancora una parte minimale della nostra società al nostro essere ancestrale, a quando eravamo nelle caverne. Si deve parlare di caccia come una delle brutture di questo pianeta che vanno superate come la tortura o la pena di morte”. E sulle ragioni del consigliere regionale precisa: “Se fossero davvero coloro che garantiscono l’equilibrio dell’ambiente, ci devono spiegare perché immettono nella natura milioni di fagiani o perché ammazzano gli uccelli migratori perché nella caccia a cervi e cinghiali fanno mostre con i palchi che mostrano gli animali migliori”.
Intanto l’immagine animalista di Silvio Berlusconi – che nei giorni scorsi si è fatto fotografare mentre abbraccia un agnello – non è piaciuta a Bruzzone, che in Liguria è alleato con Forza Italia: “Libero di dare quel tipo di immagine. Berlusconi si assume le conseguenze elettorali di quel gesto. Con gli agnelli non si perdono i cacciatori ma tutti quelli che usano le scarpe di cuoio, che non sono una minoranza. È una mossa che gli tornerà contro. Facendosi fotografare con gli agnelli ha detto ‘viva i vegani’: lui lo può dire ma io non mi riconosco.”.